Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO BATTISTI; BIBLIOTECA BATTISTI
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1985
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pagina
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72
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Libri e periodici
A questi due aspetti della complessa realtà napoletana è dedicato il lavoro di Francesco Balletta, che per la sua minuziosità ci si augura possa essere imitato per altre città italiane. L'autore prende in esame, dunque, e la vita pubblica partenopea e l'andamento generale finanziario, servendosi, quali fonti primarie, della documentazione archivistica prefettizia e degli atti parlamentari e consiliari. Respinge molte delle critiche avanzate nell'inchiesta Saredo agli amministratori, che considera condizionati dalla scarsa autonomia lasciata dalla politica governativa, tutta tesa al raggiungimento del pareggio del bilancio. È stato giustamente osservato che in quegli anni la linea finanziaria dello Stato nei riguardi degli enti locali rivelava una forte contraddizione fra ciò che si richiedeva e ciò che veniva assegnato. In altre parole, ad una delimitazione della libertà impositiva non corrispose una definizione dei compiti e delle attribuzioni degli enti locali stessi.2) D'altro canto, però, non provennero da Spaventa, Pisanelli, Scialoja, De Sanctis e Poerio, da uomini tutti del Meridione, le denunzie sul malcostume amministrativo, poste tra le giustificazioni più sentite della legge del 1865. limitatrice delle autonomie locali?3' E se i suggerimenti e le indicazioni di quei nobili patrioti erano d'obbligo nella situazione immediatamente post-unitaria, le considerazioni, espresse da Giustino Fortunato il 3 luglio 1896, delineano una strategia cosciente delle carenze e realistica nella terapia. Nell'intervento alla Camera sul disegno di legge per la istituzione del Commissariato civile per la Sicilia, Fortunato, infatti, dopo aver respinto i progetti autonomistici fantastici, aveva incoraggiato tutti ad uno sforzo corale per norme in grado di concedere la facoltà di rivedere i bilanci comunali, non solo come è oggi per violazioni di leggi o per vizi di forma, ma anche per derogare, specialmente nell'interesse dei piccoli comuni, alla farragine, al lusso delle spese obbligatorie, e assicurare loro una più equa distribuzione, ima più onesta ripartizione dei carichi fiscali.4)
Balletta, addebitata la politica tributaria comunale alle involuzione imposta dalle leggi , attraverso la lettura dei verbali consiliari e l'analisi della vasta pubblicistica, conclude che gli amministratori cercarono di contenere la pressione tributaria con il ricorso alla tassazione indiretta e al principio della proporzionalità, lo stesso sistema adottato in campo nazionale. La storia delle finanze municipali napoletane, nel periodo 1864-1881 avverte Balletta nella sintesi finale è costituita per larga parte dalla storia del braccio di ferro fra governo e amministratori locali per l'appropriazione della fetta maggiore del gettito dei dazi di consumo . L'autore circoscrive l'analisi al campo napoletano con un corredo di dati, di cifre e di tavole riassuntive, abbiamo già detto, da assumere ad esempio, ed in questa prospettiva esamina logicamente la legge speciale del 1881, alla base della quale era, tra l'altro, l'eliminazione del disavanzo normale del bilancio. Il parere del relatore, il deputato Billia, in partenza sfavorevole agli amministratori, e al termine dei lavori, invece, convinto del loro buon operato, sorregge la tesi di fondo di Balletta. La legge consenti la sistemazione dei debiti e passò allo Stato l'esazione dei dazi, attribuendo al Comune un canone annuo, grazie al quale nel 1881 fu raggiunto, dopo venti anni, il pareggio nel bilancio civico. Lo Stato, impostato con la legislazione varata tra il 1859 e il 1865, aveva fatto sentire, ancora una volta, la propria validità e vitalità. Ha avuto davvero ragione Astuti nell'affermare che nel campo dell'ordinamento amministrativo fu fatto molto, moltissimo: difficilmente si sarebbe potuto fare più e meglio, in quella situazione storica, che tutti ben conosciamo . 5)
VINCENZO G. PACIFICI
2) A. BERNARDINO, voce Finanza locale, in Novissimo Digesto Italiano, voi. VII, Torino, 1961, p. 355.
3) G. ASTUTI, L'unificazione amministrativa dei Regno d'Italia, in Atti del XL congresso di Storia del Risorgimento italiano (Torino, 26-30 ottobre 1961), Roma, 1963, p. 155.
*) G. FORTUNATO, // Mezzogiorno e lo Stato unitario, voi. 1, Firenze, 1973, p. 320.
SÌ G. ASTUTI, op. cit., p. 189.