Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO BATTISTI; BIBLIOTECA BATTISTI
anno <1985>   pagina <74>
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Libri e periodici
SALVATORE RUSSO, Siracusa nella crisi dello Stato liberale; Siracusa, Società siracusana di storia patria. 1983, in 8, pp. 160. L. 13.000.
Per usare una metafora abusata e un po' consunta si può dire che Salvatore Russo scelga come campo della sua indagine il momento della prosa . subentrata alla poesia dell'epopea risorgimentale. Certo che la città di S. Lucia, dopo la resa avvenuta nel set­tembre 1860 del presidio borbonico era tornata al suo ruolo di prima, col solo vantaggio della sede amministrativa, che Ferdinando li aveva trasportato a Noto. Riavuto a stento il capoluogo di provincia, tutte le ambizioni di esercitare nella vita isolana un ruolo para­gonabile all'antica grandezza erano smentite dalla considerazione della realtà della vita cittadina (p. 9). Rimaneva il centro di una vasta provincia agricola che aveva difficoltà a collocare efficacemente i suoi prodotti, agrumi e vino, all'estero, mancando una buona rete ferroviaria e un porto con fondali sufficienti. Il Russo parte dall'esaminare la contesa politica dopo la presa del potere della Sinistra e il grave momento attraversato dalla Sicilia fra il 1887 e il 1895 con la ben nota invasione della fillossera e la crisi del credito. Pesanti le conseguenze delle crisi su braccianti, piccoli affittuari in un periodo nel quale ancora nell'isola non ha grande rilievo l'emigrazione. La classe politica non fu all'altezza del grave momento: è indicativo che in assenza totale di spessore ideologico i partiti in lizza non trovarono di meglio che denominarsi bianco e nero come nella Firenze trecentesca! In questa situazione un po' stagnante un elemento che al suo inizio contrassegnò il cambia­mento fra Destra e Sinistra fu la nascita del giornale locale // tamburo nel 1880, al suo apparire l'organo dell'ala più progressista della borghesia liberale, in polemica con l'oligarchia che trovava giustificazione alla sua persistenza al potere perché aveva fatto la rivoluzione . In realtà il trasformismo di Depretis trovò fertile riscontro nella vita politica locale; è tutto un turbinio di elezioni politiche, comunali e provinciali, spesso annullate da prefetti o tribunali per brogli. Unica figura di rilievo è Antonio di Rudinì, eletto deputato nel 1882 con l'appoggio del Tamburo. I suoi discorsi si distinsero per autorevolezza ed impegno politico, ma ben presto l'elettorato si accorse che se era attento alle grandi questioni nazionali non lo era abbastanza al gioco pesante delle fazioni.
Un elemento innovatore nell'arena politica fu il sorgere dei Fasci Siciliani, e del movimento socialista nell'ultimo decennio del secolo. Russo rinuncia ad un approfondito esame dei loro aspetti, già trattati da altri studiosi, ma deve rilevare come anche a Siracusa il giolittismo coincise anche se forse non provocò, un miglioramento nuovo improntato al progresso. L'autore simboleggia il cambiamento decisivo nel forte sviluppo demografico che si ha nel trentennio 1880-1910 e aggiunge in appendice testi poco noti e di difficile reperi­bilità, come i discorsi elettorali del Di Rudinì e di Matteo Renato Imbriani. e vari articoli del Tamburo.
In complesso una ricerca utile, abbastanza agile, che testimonia come la Società di storia patria abbiano ormai da tempo superato il limite di celebrare le glorie del luogo e incoraggino lo studio anche degli aspetti meno esaltanti delle vicende delle loro regioni.
FLORIANO BOCCINI