Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; MALTA STORIA 1864
anno <1985>   pagina <336>
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Massimo de Leonardis
Inghilterra, dalla vicinanza geografica che permetteva di mantenere i con­tatti con la madrepatria, dalla unità di lingua, di religione e, per l'Italia meridionale, di clima: Malta era l'Italia inglese come scriveva il maltese Nicola Zammit. L'emigrazione politica italiana a Malta (che pare in qualche momento rasentasse i 2.000 individui) è stata suddivisa in quattro periodi.64* Dal 1820 al 1839 gli esuli appartenevano prevalentemente alla classe colta e vivevano appartati, talora respinti dalle autorità britanniche. Dal 1839 al 1848, attirata dalla libertà di stampa, la schiera degli emigrati si ingrossò sempre di più, organizzandosi sotto la guida di Nicola Fabrizi. Dal 1848 al 1860 Malta divenne un centro di primissimo piano per gli esuli, che, appartenenti a diverse classi sociali e non sempre d'accordo tra loro, giunsero numerosissimi: tra essi i nomi più noti del Risorgimento italiano. Infine dal 1860 al 1870 l'emigrazione liberale fu sostituita da quella borbo­nica. Moltissimi i nomi illustri tra i liberali italiani che soggiornarono a Malta per periodi più o meno lunghi: Michele Amari, Giuseppe Avezzana, Pasquale Calvi, Michele Carrascosa, Francesco Crispi (che nel 1854 vi sposò Rosalia Montmasson), Francesco De Sanctis, Nicola Fabrizi, Giuseppe La Masa, Adriano Lemmi, Daniele Manin, Luigi Mercantini, Luigi Mezzacapo, Guglielmo Pepe, Rosolino Pilo, Raffaele Poerio, Matteo Raeli, Gabriele Ros­setti, Luigi Settembrini, Ruggero Settimo. Anche Carlo di Borbone, principe di Capua, soggiornò a più riprese nell'isola.
Già prima del 1848, frequentando i ritrovi massonici e fondando nuove sette, gli esuli liberali si attirarono l'ostilità del clero e dell'opinione pub­blica cattolici maltesi, tanto più che le loro attività politiche finivano per confondersi con l'azione di "rigenerazione" dell'Italia promossa dalle mis­sioni protestanti ed alla quale partecipavano ex-religiosi come Giacinto Achilli. L'atteggiamento del governo locale di fronte agli esuli dipendeva in parte dalla politica italiana, e specialmente napoletana, dei vari gabinetti britannici, e in parte dalle esigenze politiche locali. Così negli anni *41-'45, ritornati alla normalità i rapporti anglo-napoletani dopo la crisi del 1840 ed essendo al potere in Inghilterra un governo conservatore presieduto da Peel, mentre d'altra parte gli esuli in Malta erano divenuti, dopo la conces­sione della libertà di stampa, più attivi e pericolosi, il governo inglese strinse i freni e prese dei provvedimenti restrittivi nei confronti degli esuli così a Londra come a Malta . 65> Un'ordinanza reale del 1 febbraio 1843 stabilì l'espulsione da Malta dei sudditi stranieri che abusassero dell'ospi­talità ad essi concessa complottando per il rovesciamento dei governi dei loro paesL
6 Sull'emigrazione a Malta degli esuli liberali italiani esiste una vasta letteratura; oltre alle opere già citate da FIORENTINI e MANGION, cfr. L. SCHIAVONB, Esuli italiani a Malia durante il Risorgimento, in Echi del Risorgimento a Malta cit., pp. 179-219, E. MICHEL, Esuli Italiani a Malta nel 1848, in Nuova rivista storica, a. XXXII, fi". IV-VI (luglio-dicembre 1948), pp. 232-262, A. CORBELLI, Esuli italiani a Malta (Dalle carte del Console di S.M. il Re di Sardegna), in II Risorgimento Italiano, voi. XXII, f. 1 (gennaio-marzo 1929), pp. 1-75, E. CASANOVA, L'emigrazione siciliana dal 1849 al 1851, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XI. f. IV (ottobre-dicembre 1924), pp. 779-879 e a. XII, f. 1 (gennaio-marzo 1925), pp. 1-48. Per ulteriori indicazioni cfr. Bibliografia dell'età del Risor­gimento In onore di Alberto Maria Ghìsal berli, Firenze, 1972, voi. II, pp. 444-445.
"> SCHIAVONS, op. cit,, pp. 180-181.
*3> MANGION, Governo inglese, Risorgimento italiano cit., p. 8.