Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; MALTA STORIA 1864
anno <1985>   pagina <337>
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Malta e Garibaldi. 1864
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La prima guerra d'indipendenza rese il problema dell'emigrazione politica italiana a Malta particolarmente scottante. Nei primi mesi del 1848, Malta ospitò diversi profughi realisti siciliani e si parlò con insistenza dell'esilio a Malta della stessa famiglia reale; il 17 marzo giunsero 49 gesuiti espulsi da Napoli.66) Con il prevalere della reazione, furono di nuovo i rivo­luzionari a prendere in massa nel 1849 la via di Malta: a pochi elementi altamente qualificati si sostituiva ora uno sterminato numero di individui appartenenti a ogni ceto sociale, quasi tutti privi di mezzi, e divisi in partiti ideologicamente avversi . **>
L'atteggiamento del governatore O'Ferrall divenne estremamente rigo­roso nell'impedire che Malta divenisse una base di rifugio dalla quale i rivoluzionari potessero progettare nuove imprese. Il 17 maggio 1849 giunsero a Malta 238 individui, quasi tutti disertori dell'esercito borbonico, ai quali non fu concesso di sbarcare. Tra il 15 ed il 20 luglio 1849 giunsero a Malta su tre vascelli provenienti da Civitavecchia più di 300 combattenti della Repubblica romana, molti dei quali forniti di passaporti americani e inglesi (il console britannico a Roma, Freeborn, verrà poi biasimato dal suo go­verno per la troppa facilità con cui concedeva passaporti agli stranieri). O'Ferrall negò loro lo sbarco e nemmeno Nicola Fabrizi, da anni domici­liato a Malta, potè approdare nell'isola.
Mentre il vescovo di Malta, Publio Maria de' conti Sant, lodava il governatore per la sua determinazione nel respingere persone guaste nel cuore ed anche i maltesi moderati approvavano la condotta di O'Ferrall, il suo operato fu aspramente criticato dai progressisti a Malta W e dai liberali e radicali in Inghilterra, ove si giunse a chiedere le sue dimissioni.
Il fatto che il governatore fosse un cattolico e avesse tra i suoi amici dei gesuiti naturalmente lo rendeva ancor più malvisto dall'opinione pubblica protestante e filo-italiana.
In realtà O'Ferrall non si comportò certo severamente con gli esuli rivoluzionari per settarismo ideologico. Né lui né il governo britannico, che approvò pienamente il suo operato, potevano permettere che Malta dive­nisse centro di attività sovversive dirette contro Stati con i quali l'Inghil­terra era in pace e verso i quali, dopo le esplosioni democraticcHrivoluzio-narie, svolgeva ora una politica estremamente prudente. Voi sapete pro­babilmente che lo scorso anno esisteva una specie di società nomade di rivoluzionarL.. scriveva il 5 settembre 1849 il Primo Ministro whig Lord John Russell ad un deputato *> . Non è confacente alla pace è al buon
< Cfr. FIORENTINI, Malta rifugio di esuli cit, p. 129-131.
67) Ivi, p. 128.
68) Quarantotto maltesi sottoscrissero un memoriale chiedendo l'accoglienza degli lesoli, altri 210 invece firmarono un documento approvando pienamente l'operato di O'Ferrali. Cfr, su queste vicende FIORENTINI, Malta rifugio di esuli cìt., pp. 139-150, MANGION, Governo Inglese, Risorgimento Italiano clt pp. 43-55.
65) Cit. in MANGION, Governo inglese, Risorgimento italiano cit., p. 53 e FIORENTINI, Malta rifugio di esuli cit., p. 147. Il successore di O'Ferrall, il protestante Sir William Reid, commenterà poi: Molti di essi [degli esuli] erano dei ribaldi ohe il governo sici­liano aveva lasciato liberi quando apri le galere fuggendo da Palermo. Non vi erano più di 2.500 soldati britannici nell'Isola. Lasciarvi entrare migliaia di disperati sarebbe stata