Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; MALTA STORIA 1864
anno <1985>   pagina <354>
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Massimo de Leonardis
può prendere le mosse da un rapido parallelo con la più lunga visita in Inghilterra, della quale la tappa maltese fu un prologo casuale, ma, per certi versi, anticipatore di alcune vicende che accaddero, con ben maggiore risonanza, in Gran Bretagna. 15I> Entusiasmi, dissensi e polemiche accompa­gnarono entrambe le visite. Naturalmente gli entusiasmi furono massimi nella protestante Inghilterra, mentre nella cattolica Malta predominò il dissenso. Anche a Londra i cattolici fecero però sentire la loro voce e vi fu chi, come mons. Manning, il futuro arcivescovo di Westminster e cardi­nale, minacciò velatamente assai maggiori reazioni se il generale avesse visitato città di provincia dove più forte era la minoranza cattolica. Per non parlare poi della cattolicissima Irlanda.
Tra gli inglesi e Garibaldi esisteva una vivissima reciproca simpatia, ed il generale non dimenticava gli appoggi di vario genere, anche da parte del governo, che avevano favorito il successo della sua impresa più grande, la conquista del Regno delle Due Sicilie. Dopo era però venuta Aspromonte ed il governo wfcig-liberale di Lord Palmerston non aveva esitato a condan­nare duramente la "follia" di Garibaldi. Ora lo accoglieva cordialmente in Inghilterra, assecondando la grande simpatia che per lui aveva l'opinione pubblica, ben attento però a sottolineare che essa doveva andare alla per­sona (il cui fascino irretiva talora anche gli avversari) ed a quello che Garibaldi aveva compiuto fino al 1860, mentre si doveva assolutamente evitare ogni sconfinamento politico, per non dare l'impressione che nel con­trasto tra il governo italiano ed il generale quest'ultimo potesse vantare la solidarietà britannica. È noto come la visita di Garibaldi a Londra sfuggì al controllo del governo britannico, che corse ai ripari provocando, con il pretesto della malferma salute,,52) la sua partenza anticipata. Garibaldi fece buon viso a cattivo giuoco e solo con alcuni accennò che era "costretto" a partire; allo stesso modo a Malta si era detto felicissimo delle acco­glienze, ignorando gli insulti.
Così sia da Malta che da Londra la partenza del generale avvenne tra le polemiche. A Malta volarono i limoni, ma tutto rimase sul piano locale. A Londra non vi furono violenze, ma i problemi suscitati dalla presenza di Garibaldi furono di dimensioni assai maggiori. Non vi sono tracce di un accentuato imbarazzo delle autorità inglesi a Malta per gli avvenimenti connessi alla visita di Garibaldi. Esse seguirono una condotta prudente tra le opposte fazioni filo e anti-garibaldine e non furono coin­volte nelle loro polemiche; le autorità britanniche nell'isola non compirono gesti ufficiali verso Garibaldi, ma molli funzionari, ufficiali e soldati gli resero omaggio a titolo personale. ,53> Si può supporre che l'ammiraglio Austin offrisse la sua carrozza proprio per evitare ulteriori incidenti. Del resto non vi era precisa correlazione tra gli schieramenti politici locali e
151) Sulla visita in Inghilterra ci si limita qui a rinviare a DB LBONARDIS, L'Inghilterra e la Ouestione Romana cit., pp. 131-141 ed alle fonti ivi indicate.
152) Come si è visto anche secondo i cattolici maltesi le cattive condizioni di salute erano un pretesto per mascherare il timore di Garibaldi dì girare per l'isola.
va> I più importanti furono il comandante della guarnigione Generale Atherley e Sir Victor Houlton, Chief Secretar del governo (cfr. The Malta Times, 24 marzo cit.).