Rassegna storica del Risorgimento

AQUARONE ALBERTO
anno <1985>   pagina <358>
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AMICI SCOMPARSI
ALBERTO AQUARONE
Nel corso di tutta la sua attività di ricercatore e di storico, così presto interrotta, Alberto Àquarone portò un impegno professionale esemplare e quasi puntiglioso, e nel tempo stesso una larghezza di interessi e una sensi­bilità da autentico uomo di cultura del nostro tempo.
L'ampiezza della sua informazione e la puntualità e costanza delle sue letture, sempre aggiornate sui temi principali della storiografia internazionale, erano esemplari e ne facevano un prezioso punto di riferimento per colleghi e compagni di lavoro: anche se questo egli inseriva in uno stile di vita che aveva da sempre bandito ogni ostentazione, e che si era fatta del riserbo controllato e discreto una legge che era insieme intellettuale e morale.
Veniva da studi di diritto pubblico ed alle istituzioni dedicò una serie di lavori di cui il frutto maggiore fu quel volume sulla Organizzazione dello Stato totalitario (Torino 1965) che segnò per molti versi una data nella storiografia sul periodo fra le due guerre.
La genesi dello Stato fascista vi era analizzata in stretta connessione con lo sviluppo della battaglia politica e dei suoi riflessi nella società italiana, consentendo di accertare, per questa via, che alcune tra le più importanti di essa a cominciare dall'apparato dell'intervento pubblico nell'economia non andavano attribuite soltanto alla volontà egemonica del regime, ma nasce­vano invece da esigenze di fondo della società e del mondo produttivo, destinate a durare ben oltre il 1945.
Ma Àquarone era lo studioso meno incline a rinchiudersi nella tematica e nell'orizzonte nazionale. I suoi interessi per i maggiori fenomeni del mondo contemporaneo erano vivi e autentici e si tradussero anche in concreti apporti di ricerca, culminati nello studio su Le origini dell'imperialismo americano (Bologna 1973), dedicato al periodo 1897-1913, nel quale la spinta imperiali­stica raggiunse negli Stati Uniti le sue espressioni più definite e più classiche. Un volume che si colloca fra i più autorevoli anche nel mondo scientifico statunitense e che anche qui testimonia un impegno diretto ad accertare, al di là della vicenda diplomatica, i nessi tra economia, società, cultura e politica, che danno tutta la dimensione di quel fenomeno imponente e di cosi vaste e durature conseguenze sull'assetto mondiale.
Ma anche per Àquarone, come per tanti fra i migliori storici della sua generazione, la sfida intellettuale di maggior rilievo fu quella proposta dai dibattiti sui caratteri dello Stato italiano sorto nel 1861 e passato, fra tante vicende, attraverso le guerre mondiali e il fascismo, sino alla contrastata democrazia degli ultimi decenni. Àquarone era uomo di precisi convincimenti liberaldemocratici, a connotazione repubblicana, da sempre e senza incertezze.
Da ciò e dalla sua larga apertura internazionale reso assai sensibile ai problemi e ai limiti della costruzione statale uscita dal Risorgimento, sponta­neamente si orientava verso soluzioni moderne e progressiste.