Rassegna storica del Risorgimento

anno <1985>   pagina <363>
immagine non disponibile

Libri e periodici 363
formule similari) alla Disraeli, a non parlare dell'autoritarismo bisraarckiano o di certi risvolti bonapartisti, che col socialismo, gradualista che sia, nulla hanno che fare.
Quando l'A. ricorda le sue sconsolate conversazioni con Mario Pannunzio circa il dissenso fatale che ha separato i liberali crociani dal partito d'azione, sarebbe bene sommessamente precisare che qui è da intendersi fatale non nel senso che gli conferisce l'A., e cioè mortale, funesto, nefasto, ma nel senso originario dei fatum, qualche cosa di inevitabile, che ci fu e non poteva non esserci, poste alcune rispettive premesse culturali fondamentalissime che risalivano assai addietro nel tempo.
In realtà, proprio tra quel certo liberalismo e quella certa democrazia passa la frontiera forse più profonda ed invalicabile del pensiero politico, costantemente ben presente a Croce in tutte le fasi della sua riflessione.
Riconoscerla e distinguerla ancor oggi costituisce un'applicazione imprescindibile del magistero crociano nel suo principale caposaldo metodologico.
RAFFAELE COLAFIETRA
FEDERICO CURATO, Scritti di storia diplomatica; Milano, A. Giuffrè, 1984, in 8, pp. x-406. L. 25.000.
Dopo aver ricordato che Federico Curato, provenendo dalla grande scuola di storia diplomatica di Carlo Morandi a Pavia e di Gioacchino Volpe a Roma, per scelta e per formazione è ed è rimasto, divenendone a sua volta uno degli esponenti più autorevoli, storico della diplomazia. Angelo Ara afferma, con giusta ragione, che egli non ha subito la crisi, a cui sono andati incontro ai nostri giorni altri studiosi di questa disciplina. Sono una dimostrazione convincente di questa affermazione i saggi riediti dalla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pavia in occasione del settantesimo compleanno del Maestro. Da questi, infatti, ricaviamo un'analisi approfondita dei fatti non soltanto diplomatici , che con la loro presenza caratterizzarono l'età del Risorgimento, ma anche delle situazioni economiche e sociali, dei personaggi e delle loro varie psicologie, del mutare dell'opinione pubblica e degli umori dei popoli, tutti elementi ricondotti con vigorosa sintesi a spiegare, ognuno per la sua parte, il divenire storico. Si può dire che se i documenti diplomatici costituiscono di solito un tentativo di spiegazione razionale degli avvenimenti, e in questo sta tanta parte della loro insostituibile importanza, pene­trando attraverso di essi, lo storico, fornito del metodo e delle capacità intuitive di Federico Curato, è in grado di cogliere il sostrato spesso irrazionale da cui nascono. Ne risulta una visione della realtà al di fuori di ogni ristrettezza mentale, visione in grado di soddisfare le aspettative di chi dalle discipline storiche si attende il conseguimento di una verità in ogni senso umana ed equilibrata.
Il volume è diviso in due parti. La prima raccoglie alcuni saggi della vasta produ­zione di Curato, che fanno perno sugli anni 1847-49, avendo per oggetto la riunione del Landtag prussiano (febbraio-luglio 1847) e l'impressione che ne ricavarono i ministri sardo e napoletano a Berlino; un altro la situazione interna delle Due Sicilie nel 1847 secondo i giudizi degli inviati francese ed inglese a Napoli; un altro ancora il parlamento di Francoforte e la prima guerra d'indipendenza italiana. Come si vede, i gradi attraverso i quali i Prussiani si avviarono alle prime esperienze costituzionali, e l'analisi della situa­zione interna di Napoli e della Sicilia alla vigilia della rivoluzione del '48, della politica e del carattere di Ferdinando J.I., della sua Corte e dei suoi ministri, del come le leggi, spesso ottime, restavano lettera morta per la corruzione di chi doveva attuarle o vegliare alla loro attuazione, o più semplicemente e generalmente per una mentalità allergica a seguire le leggi invece della rete degli interessi personali, diventano oggetto di un'indagine minuziosa, e di riscontri molteplici ed illuminanti. Gli atteggiamenti dei dotti tedeschi raccolti nel Parlamento di Francoforte a proposito della questione italiana vengono studiati