Rassegna storica del Risorgimento
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1985
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364
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Libri e periodici
nei riflessi prima delle illusioni dei patrioti italiani, che sperarono nell'appoggio di chi combatteva per gli stessi ideali di libertà e di nazionalità; poi nelle contraddizioni di quegli illustri personaggi, incapaci di vedere nella loro rivendicazione della germanicità dei Ducati danesi, per es., la stessa ragione per cui il Lombardo-Veneto col Trentino rivendicavano la loro italianità. Nazionalisti per le terre tedesche, diventavano sostenitori del Reich per le terre ad esso nazionalmente estranee, ma considerate necessarie alla sua difesa e alla sua grandezza. 11 saggio sulla Toscana e la mediazione anglo-francese dell'agosto 1848-marzo 1849, completa lo studio dall'osservatorio diplomatico degli avvenimenti di quegli anni.
La seconda parte del volume porta il titolo L'età contemporanea , che lo dovrebbe distinguere dalla prima parte, L'età del Risorgimento . Ci permettiamo di dissentire da questa divisione. Dei tre saggi raccolti nella seconda parte, due, I primi passi dell'Italia nella politica internazionale e La politica estera del primo ministero Ricasoli , risultano strettamente legati al Risorgimento, poiché i problemi discussi sono quelli di Venezia e di Roma, con tutti gli annessi e connessi, per cui non sentiamo per nulla il passaggio ad un'altra età. Si obietterà che la distinzione vale dal punto di vista diplomatico, trattandosi della politica estera del Regno d'Italia, e non più di quella dei vecchi Stati. Ci sembra che in questo caso la distinzione sarebbe troppo formale.
Il volume si chiude con l'esame della politica estera italiana dopo la caduta di Crispi, saggio che ha un maggior sapore di contemporaneità.
Siamo lieti di questa felice occasione, nella quale uno stuolo di discepoli, di colleghi, di estimatori si sono riuniti attorno ad un valoroso Maestro per riudirne l'insegnamento e rallegrarsi con lui della sua lunga e feconda fatica, per unirci a loro nel plauso e nel ringrazi amento.
UMBERTO MARCELLI
GIUSEPPE BRESCIA, La provincia e l'umanità - Saggi di storia intellettuale e civile; Roma, Cadmo, 1982, in 8, pp. 173. L. 10.000.
IDEM, Scuola e filosofia con inediti di storia della cultura filosofica e politica; Fasano, Soneria, 1984, in 8, pp. 91. L. 10.000.
Mi accadde una volta di definire il Brescia come un enciclopedico liberal-dome-nicano, e quest'immagine d'ircocervo ideologico e culturale m'è tornata vivamente alla memoria scorrendo, per quanto la mia competenza limitatissima lo consente, e cercando di orientarmi alla meglio nello sconfinato oceano dei riferimenti, delle allusioni e delle citazioni più o meno implicite, i presenti volumi.
Brescia merita veramente di essere studiato, al di là della bibliografia propria ed intorno a lui di cui egli arricchisce senza soverchia discrezione le proprie pubblicazioni.
E lo merita perché questo giovane, austero e qualche volta lugubre intellettuale pugliese e un autentico monstrum della lettura, dell'erudizione e della scrittura, secondo un cliché assolutamente tipico del risvolto provinciale di costume in cui è tanta parte etico-civile della cosidetta questione meridionale.
Se non sì studiano e non si intendono i non molti, naturalmente, ma estremamente significativi ed istruttivi Brescia otto-novecenteschi, non si riesce a cogliere appieno, con le necessarie sfumature culturali e le indispensabili risonanze politiche, quel nesso a prima vista sconcertante tra sterminato orizzonte europeo e patetico velleitarismo paesano, tra fame di libertà e di cultura ed intolleranza arcigna feudalcggiante, tra la creatività intellettuale e l'inconcludenza sociale, in cui è tanta parte del fallimento storico e dell'obiettiva