Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1985
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pagina
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371
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Libri e periodici
371
Travaglini: le eccezioni sono nelle pagine in cui, riprendendo formule storiografiche preconcette, considera paternalistici ed assistenziali alcuni provvedimenti del governo. 3>
Nello stendere le conclusioni, comunque, dopo aver notato, e con ragione, la novità del movimento rispetto ai frequenti tumulti annonari e alle dispute sugli usi civici, vive ancora nel nostro secolo, riconosce che le autorità seppero ricucire l'ordine sociale senza ricorrere a severe misure repressive e, soprattutto, che in quegli anni nello Stato pontifìcio il confronto tra modernizzazione e conservpzione era ormai dischiuso . Non è possibile negare che la protesta dei bifolchi rappresenti una significativa conferma di prima mano sui profondi cambiamenti in gestazione. È vero pure che all'epoca nascevano i primi accenni ad una nuova dinamica nei rapporti sociali con le parti impegnate a percorrere un lungo cammino di maturazione.
VINCENZO G. PACIFICI
UGO GIOVANNI BARONCELLI, Memorie giovanili, ricordi lieti e dolorosissimi di Verona 1847-48: Brescia, Geroldi, 1983, in 8, senza numerazione. S.p.
Ugo Giovanni Baroncelli non figura fra gli eroi del nostro Risorgimento, né tanto meno in quello vicentino, ma il proporlo all'attenzione della sua famiglia è stato il casuale ritrovamento di pagine manoscritte da parte del nipote Ugo, con sopra scritto un titolo senza millanteria personale: Memorie giovanili, ricordi lieti e dolorosissimi di Verona 1847-1848.
Trattandosi del nonno del dott. Ugo Baroncelli, noto a tutti gli studiosi di storia risorgimentale veneta per le sue impegnate ricerche, rivolte a dare concreta dimensione al capitolo degli esuli veneti, al mazzinianesimo e al garibaldinismo nel Veneto (nonno che chiuse la sua vita a Vicenza nel 1915) mi sento impegnato ad offrire ai vicentini, ai veronesi ed ai trevigiani una recensione della pubblicazione di quelle pagine.
Più di recensione si potrebbe parlare di meditazione; un chiarirsi nella mia coscienza di una certezza intuita da sempre, e vissuta personalmente: la Storia con la esse maiuscola è spesso opera del realizzarsi di vocazioni individuali, e proprio per questo, a distanza di tempo, quando il poematico fa perdere il senso degli individuali apporti, anche oscuri, tanto più la Storia diventa strumento di falsi magisteri, manipolati ad usuiti Delphini, vedi popolo .
Alla lettura di queste paginette a stampa, vien fatto di chiedersi come la vocazione , anche quella patriottica di Ugo Giovanni, abbia un suo segreto nascimento. La rapsodia episodica narrata da Ugo Giovanni, identifica la vicenda umana di uno dei tanti giovinetti che nativamente vissero il Risorgimento come fatto di vita personale. C'è, in quanto il nonno viene riportando alla memoria, una tale vivezza di accenni, concretissima, quotidiana, familiare, nel citare vie, case, nomi di persone, circostanze, da far dimenticare il Risorgimento, come fatto storico studiato sui libri, per sostituirvi la quotidianità di un atteggiamento coerente di vita vissuta da un giovanetto e dalla sua famiglia, in modo da dare vita ad una azione che fa Risorgimento, che lo costruisce momento per momento. Una quotidianità che dice molto su ciò che può ben definirsi il supporto ideale, l'anima profonda che in tutti i giovanetti, come Ugo Giovanni, spiega la forza, la coerenza, la consapevolezza sulla quale si piega ammirata la nostra anima, quando tutto ciò, dall'ambito familiare si concretizza nell'atto sublime e definitivo del martirio,
3) Sulle iniziative del governo di fronte alla situazione economico-sociale, v. A. AOUARONE, La Restaurazione nello Stato pontificio ed i suoi indirizzi legislativi, in Archivio della Società romana di storia patria, LXXV11T (1955), p. 159.