Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1985
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pagina
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376
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376 Libri e periodici
dirigenza politica del Paese. Ed in questo senso ha maggior valore il gesto politico in se stesso, che il fatto che il deferimento di Persano al Senato era stato in un certo senso un passo obbligato dettato dall'esito morale della guerra e dalla diffusa volontà politica di ricercare un capro espiatorio.
Per ricostruire l'ambiente di timori, di incertezze, di dubbi che avvolse una parte del ceto politico italiano del tempo al momento cruciale di avviare la procedura di deferimento al Senato di Persano, torna utile tra gli altri proprio uno dei documenti estratti dall'Archivio del sen. Borgatti, e pubblicati nel cofanetto che qui si segnala. Ci si riferisce alla minuta informatica d'appunti che fu preparata in quei giorni per il Ministro ed in cui si era cercato nella Legislazione antecedente, italiana e straniera, un qualche precedente che legittimasse quel deferimento. In essa si legge l'affannosa e difficile ricerca costituzionale: quello di Persano era stato un reato? e se sì, chi doveva giudicarlo: civili o militari? ma Persano era anche senatore: ed allora magistratura ordinaria o Alta Corte di Giustizia?
Attraverso i mille cavilli giuridici elencati nella minuta e nella decisione di deferire l'ammiraglio ai Senato (prima ancora che nella sentenza vera e propria) emerge la rilevanza del caso Persano nella storia più ampia delle relazioni tra politici e militari in Italia.
Ecco allora che, riassumendo, anche una pubblicazione dall'apparenza così dimessa come questa ferrarese può ben dirsi segnalabile per aver apportato documenti nuovi sinora inediti e per aver sollevato sia pure senza ambizione di risolverli alcuni grandi problemi della nostra storia nazionale.
Se questo già non bastasse, non va dimenticato che questa pubblicazione è in sostanza un catalogo di una mostra di documenti storici.
E credo che non si possa salutare se non positivamente il fatto che una fascia
di cittadini più ampia del ristretto ambiente degli addetti ai lavori (costituito dagli studiosi
dì storia del Risorgimento e di storia militare) abbia potuto anche solo per un giorno
prendere di nuovo contatto attraverso i vivaci pannelli di una mostra con quelle stesse
vicende storiche nazionali che (qualche anno prima...) aveva distrattamente studiato sui vari
e noiosi libri di scuola. **,,. T . -
NICOLA LABANCA
FILIPPO MAZZONIS, Per la Religione e per la Patria. Enrico Cenni e i Conservatori Nazionali a Napoli e a Roma', Palermo, Epos, 1984, in 8, pp. 312. S.p.
Anni or sono Alberto Aquarone ha tracciato un sintetico e misurato bilancio storiografico sulla figura di Enrico Cenni, giudicando discutibile per la sua natura prevalentemente apologetica lo studio di Pasquale Lopez {Enrico Cenni e i cattolici napoletani dopo l'Unità, Roma, 1962) e penetranti le osservazioni dedicate al rappresentante dell'autonomismo napoletano post-unitario da Ettore Passerin d'Entrèves (/ problemi dell'unificazione italiana (1860-65), in Quaderni di cultura e storia sociale, II, n. 5, maggio 1953, pp. 216 e sgg., ma soprattutto L'ultima battaglia politica del conte di Cavour. I problemi dell'unificazione italiana, Torino, 1956). Per Aquarone sono, poi, da considerare ai fini di una valutazione d'insieme, i lavori di Claudio Pavone {Amministrazione centrale e amministrazione periferica da Rattazzi a Rìcasoli, 1859-1866, Milano, 1964), di Fulvio Tessitore (Aspetti del pensiero neoguelfo napoletano dopo il Sessanta, Napoli, s.i.a.) e di Antonio Cestaro (La stampa cattolica a Napoli dal 1860 al 1904, Roma, 1965) e non è possibile dimenticare il classico contributo di Antonio Anzilotti (Neoguelfi ed autonomisti a Napoli dopo il Sessanta, ora in Movimenti e contrasti per l'unità italiana, edizione a cura di Alberto Caracciolo, Milano, 1964) D.
A colui che Passerin preferisce chiamare più volentieri napoletanista che autonomista 2), è riservata buona parte dell'interessante ed informato volume di Filippo Maz-
0 A. AQUARONE, Alta ricerca dell'Italia liberale, Napoli, 1972, p. 170. 2) E, PASSERIN D'ENTCKVES, L'ultima battaglia cil.., p. 69.