Rassegna storica del Risorgimento
MOLISE STORIA SEC. XIX
anno
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1985
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pagina
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404
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404 Raffaele Colapietra
soli ponti di Guardialfiera e Casalciprano, a cui in seguito si sarebbe aggiunto quello di Limosano, e soprattutto del monopolio feudale ed ecclesiastico che paralizzava Isernia fin dalla metà del Seicento, allorché gli Avalos avevano venduto le acque al capitolo cattedrale, il cui fitto, nel 1727, era stato all'origine di quella borghesia parassitaria che richiamava le folgori polemiche degli illuministi.2)
L'apertura nel 1788 della rotabile da Campobasso a Napoli3) si era realizzata esclusivamente nella prospettiva di potenziare in tal modo la funzione tradizionale del Molise quale granaio della capitale che tutto divora,4) ma in un ruolo strutturalmente del tutto subordinato ai fini civili e soprattutto commerciali, sicché si sarebbero dovuti attendere il 1820 per la trasformazione della strada in carrozzabile ed addirittura il 1833 per il relativo impianto di un servizio di posta.5)
Ove a questi pesanti ostacoli ambientali si fossero aggiunte le asperità propriamente sociali denunziate dall'emigrazione stagionale di trentamila lavoratori, determinata da un incremento demografico del 14 nel solo decennio degli anni ottanta del Settecento6) non è meraviglia che, ben prima della ventata rivoluzionaria, il disagio strutturale del Molise assumesse un risentito e squadrato carattere di conflitto di classe, accentrato sul controllo del grano nella zona del basso Biferno nei confronti dell'elemento militare ed imprenditoriale forestiero, la difesa del quale controllo veniva concordemente e significativamente sostenuta dal ceto commerciale cittadino, il taverniere Pasquale Bucci da Campobasso, e dall'imminente insorgenza sanfedista, così nei suoi risvolti illegali, con Fulvio Quici da Trivento, come in quelli dell'usurpazione proprietaria più o meno legalizzata, con Paolo Norante da Campomarino.?)
Quest'insorgenza s'indirizzava infatti, in primo luogo, a caratterizzare drammaticamente il 1799 molisano con movenze anarcoidi e sovversive tutte particolari, e a smantellare l'istituzione in quanto tale, quella feudale a Riccia benché il principe Bartolomeo fosse morto, e con lui estinta la lunga signoria dei Di Capua, quella ecclesiastica con la devastazione del seminario di Trivento, dove il De Luca aveva tenuto viva, insieme con Francesco Brencola a Larino, una tradizione di temperatissimo riformismo spiritualistico, non privo di venature gianseniste, e finalmente l'università ed il ceto borghese che vi si era articolato intorno, a tinte speculative ed affaristiche a Ripalimosani, aggravate a Termoli dall'incetta del grano
2) Si veda ibidem passim e, più di recente, A.M. MATTEI, Storia di Isernia, Napoli, 1978, voi. II, P. 370.
3) A. PERRELLA, Vanno 1799 nella provincia di Campobasso, Caserta, 1900, p. 34.
*) L'espressione icastica in GALANTI, Della descrizione cit., p. 424 che subito prima ha deplorato l'esclusiva utilizzazione delle acque del Biferno ad animar mulini .
5) C. B. MASCIOTTA, // Molise dalle origini ai nostri giorni, Napoli, 1914, voi. I, pp. 75 e 309. Un calcolo dell'esportazione granaria in LONGANO, Viaggio cit., p. 53. Il percorso carrozzabile solo nel 1845 si sarebbe prolungato da Campobasso fino a Termoli.
tì LONGANO, op. cit. e GALANTI, op. clt., p. 426, che fìssa l'incremento da 157.000 a 178.000 abitanti.
7) A. MANCINI, La sommossa popolare del 23 novembre 1796 in Campobasso, Campobasso, 1937.