Rassegna storica del Risorgimento
MOLISE STORIA SEC. XIX
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1985
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Il Molise ottocentesco
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l'antica vastissima udienza di Lucerà, e ben presto arrotondata col circondario di Larino, che abbiamo visto al centro dell'offensiva 'individualistica agraria di appena qualche anno addietro.
A questa soluzione amministrativa patrocinata in sede decisionale da Cuoco e da Zurlo forniva il proprio immediato contributo culturale, nell'analoga atmosfera privatistica ed imprenditoriale suscitata dall'affrancamento del Tavoliere, l'arciprete di Ripalimosani, Paolo Nicola Giampaolo, sia con l'arricchire di una trattazione particolare sugli alberi ed il legname in genere, da vedere in prospettiva post sismica, ma anche antipastorale, una sua memoria agraria del 1790, sia con un catechismo agrario commissionatogli nel 1808, all'indomani della sua ascrizione al consiglio di Stato non meno sintomatica del conferimento della presidenza del consiglio generale a quel medesimo duca di Casacalenda che dell'offensiva poc'anzi accennata era stato il principale e sanguinoso protagonista.
Il Basso Molise si allinea dunque disciplinatamente ad una soluzione dì vertice perfettamente congeniale a quella sociale che nel suo ambito è stata realizzata magari con la forza, sicché, se Fulvio Quici si mantiene alla campagna in una posizione ambigua tra il brigantaggio e la carboneria che gli avrebbe consentito un placido ed innocuo tramonto da pensionato, Raffaele Pepe assume altrettanto innocentemente fin dal suo sorgere, nel febbraio 1810, la segreteria della società d'agricoltura, la diffusione della patata ed il freno al disboscamento caratterizzando un tecnicismo paternalistico nel quale l'antico spirito innovatore della sinistra del Biferno, del circolo di Castelbottaccio e dei geniali conversari di Civitacampomarano, si snerva e si annacqua per non più risorgere. 14>
Ma il 1810 è anche l'anno in cui Biase Zurlo dà il cambio a Matteo Galdi come intendente di Molise ed il Cuoco assume la presidenza del consiglio generale con un piano di comunicazioni stradali che s'irraggia da Campobasso, pervenuta a sfiorare i settemila abitanti con un incremento del 35 nell'ultimo trentennio, in direzione d'Isernia, di Trìvento e di Termoli per un commercio vasto indirizzato in prospettiva all'Adriatico, ma soprattutto con la proposta di un teatro, di un collegio, di un piano regolatore ancorché moralisticamente inteso.
Non vi è alcuna idea di polizia municipale... Di architettura pubblica ignorasi finanche l'esistenza... Ciascuno fabbrica dove vuole... Sarebbe necessario che ciascuna municipalità si formasse un tal qual piano del suo abitato... Ciò contribuirebbe moltissimo all'amenità e salubrità non solo ma anche alla pubblica morale, sulla quale è potentissimo l'influsso dello spettacolo continuo del bello e dell'ordine
dai Laureili insieme col palazzo baronale degli Avalos, a sottolineare una sfumatura proprietaria più tradizionalistica, che in seguito sarebbe stata impersonata dai De Lellis e dai De Baggis, nei confronti degli Iapodi, il cui ultimo e più noto epigono. Stefano, ancora nel 1853, nella monografia da lui pubblicata ne // Regno delle Due Sicilie descritto e illustrato, avrebbe deplorato l'assenza ad I semi ti d! un consiglio edilizio dopo la catastrofe dal 1805, In grado di programmare in qualche modo la bellezza e commodi tu di fabbricati che pur avevano preso il posto della vecchia zona urbana d'espansione a nord-est, completamente distrutta dal sisma.
14) si veda in merito soprattutto R. LALLI, Raffaele Pepe e l'agricoltura molisana nella prima metà dell'800, Teramo, 1970, passim.