Rassegna storica del Risorgimento
MOLISE STORIA SEC. XIX
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1985
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Raffaele Colapietra
che offre la misura della chiave essenzialmente burocratica, di formazione della classe dirigente a lunga scadenza, con cui si guardava ormai ad ima località di antiche tradizioni commerciali ed agricole come Campobasso.15)
Questa chiave divenne priva di alternative, e conseguentemente irreversibile la vocazione che ne derivava, con l'alluvione del 21 settembre 1811, che distrusse tra l'altro 10 dei 16 molini della Fota, che avevano rappresentato il tradizionale retroterra strutturale di Campobasso, ed abbatté i tre ponti sul Biferno, compreso quello di Limosano recentemente ristrutturato, isolando fino al 1845, quando sarebbe stato attivato presso la foce il ponte di Portocannone, quella zona alla sinistra del fiume, che già abbiamo visto impastoiata rispetto alla vivacità tardosettecentesca e che si avviava in tal modo ad un vero e proprio degrado anch'esso irrimediabile.16)
In un Molise sostanzialmente rattrappito intorno ad essa, ed all'interno del quale il circondario di Larino adempiva all'accennato compito di assestamento conservatore, Campobasso assisteva dunque nel corso del 1812, dopo che l'intesa tra Zurlo e Musenga era andata stringendosi anche sulle modalità e la direzionalità da imprimere alla nuova espansione urbanistica 17> al rilancio consapevole e programmato di quest'ultima in prospettiva di razionalizzazione, della quale in ottobre si sarebbe fatto ancora una volta significativo ed eloquente interprete Vincenzo Cuoco
Campobasso manca dì case di abitazione, ove che la residenza di molte autorità ne ha reso il bisogno più grande, non ha strade interne, non una fontana per acqua da bere. Quanto più crescerà tanto più sarà brutta e disadatta! Perché? Perché sì accresce senza disegno, perché si lavora senza un piano generale.18)
Il disegno di una guardia nazionale costituita dai proprietari armati, il rilancio dei monti frumentari, il ritorno ad un improbabile equilibrio tra pastorizia ed agricoltura, tutti questi capisaldi del programma molisano del Cuoco alla fine del 1812 tratteggiavano un panorama paternalistico di cui l'innocua presidenza del Giampaolo al consiglio generale poteva promuovere l'esteriorità di facciata del teatro, degli spettacoli, delle feste religiose, ma il borgo, solennemente inaugurato il 25 agosto 1814, rappresentava la tangibile realtà speculatrice e proprietaria, e soprattutto il Collegio San-nitico, nel novembre 1817, in meditabile continuità tra amministrazione murattiana e borbonica, la vistosa soluzione di politica culturale in vista
15) A. MANCINI, Vincenzo Cuoco e Paolo Nicola Giampaolo presidenti del Consiglio Generale della provincia di Molise, Campobasso, 1937.
W) Sull'argomento si veda specificamente A. MANCINI, L'alluvione del 21 settembre 1811 nel Molise ed un progetto di D. Biase Zurlo di canalizzazione delle acque della piana di Boìanot Campobasso, 1937, ed altra bibliografia locale che non si cita per brevità.
1?) Il tema, che qui non possiamo neppure accennare per evidenti motivi, è puntualmente svolto da F. MANFREDI SELVAGGI, Campobasso società e sviluppo urbano nel XIX secolo, Campobasso, 1981.
*) M. GRAMEGNA, Attualità di Vincenzo Cuoco nel bicentenario della nascita, Campobasso, s.d p. 129, ed in genere pp. 91-130 per il testo del Viaggio in Molise 1812 a cui si accenna sommariamente nel testo.