Rassegna storica del Risorgimento
MOLISE STORIA SEC. XIX
anno
<
1985
>
pagina
<
414
>
414 Raffaele Colapietra
cui per questa parte rimangono, e maledicano a coloro che amministrano la cosa pubblica, avventando sinistre accuse di negligenza e peggio, sono fatti che voi sapete assai meglio di me perché queste doglianze e queste maledizioni per giungere sino a me passano prima sopra dì voi.
La legge 14 maggio 1865, con la scoperta di Benevento come cerniera dell'asse ferroviario tra Napoli e Foggia, che ribadisce il legame particolare, ormai non più soltanto annonario, tra l'ex capitale e la Puglia, e nei cui confronti il Molise, pur geograficamente presente, è strutturalmente subordinato ed emarginato, chiude nella sostanza il discorso per quanto attiene allo svolgimento delle potenzialità più o meno liricamente evocate lungo il primo quinquennio unitario.
Giusto una settimana più tardi, è vero, i cittadini della sinistra del Biferno, riuniti attraverso i loro rappresentanti a Civitacampomarano sotto la presidenza di Marcello Pepe, una località ed un nome che sono tutto un programma, protestavano solennemente alla luce di un produttivismo di vecchio stampo e di un localismo municipale entrambi esasperati:
Hanno ben diritto ad essere tenuti in considerazione non solamente per lo sviluppo che potrebbero avere dalla ferrovia ma anche per l'alimento che darebbero alla ferrovia medesima... In oltre mezzo secolo non hanno fatto altro che stentare la vita33) e pagare in denaro e vittime umane, ingoiate dalle acque del Biferno, i vantaggi commerciali concessi sempre alle contrade della sponda destra, la quale non ha saputo neppure profittarne.
E nel novembre 1866, all'indomani di una annessione formale lungamente attesa come quella del Veneto, ancora il consiglio comunale di Campobasso sintetizzava polemicamente un problema fondamentale del processo unitario, a cui l'assenza della ferrovia continuava a far sentire il Molise sostanzialmente estraneo:
Il ministero operi infine la reale annessione del Molise all'Italia col fondere anche questa provincia nella vita economica della provincia.
Ma in realtà, e ben al di là della lettera formale della legge 28 agosto 1870, che confermava in termini generici la linea di Termoli, si sarebbe dovuta attendere la primavera 1872 perché si delineasse un movimento d'opinione di massima estraneo al Molise, promotori l'abruzzese Giuseppe Andrea Angeloni ed il pugliese Giandomenico Romano, deputati rispettivamente di Sulmona e d'Isernia, perché il Molise medesimo venisse dislocato, e quindi subordinato sostanzialmente, all'interno di un progettato sistema trasversale appenninico che da Foggia raggiungesse Roma, la nuova capitale, nella logica del grande latifondo cerealicolo e della transumanza appenninica, nell'ambito della quale il Molise veniva completamente risucchiato,
33) Si noti ancora una volta l'implicito drammatico richiamo all'alluvione del settembre 1811.