Rassegna storica del Risorgimento
GRANADA (NICARAGUA) COMUNIT? SARDA 1851
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1985
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420
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Phillip Kenneth Come
quanto scritto nel primo paragrafo del rapporto n. 8 che esso fu stilato il 10 maggio 1851. Trattava di conti consolari, aspetti legali della morte, a Realejo, il 28 dicembre 1850, di un suddito sardo, certo Giambattista Antonio Durante di Brà, dei soccorsi dati ad un suddito sardo che venne in questo Paese e si ammalò gravemente per alcuni mesi senza aver aiuto di sorte alcuna ed a quattro marinai sardi naufraghi poco prima sulla costa nicaraguense. Questo rapporto, dunque, scritto quando Garibaldi e Carpaneto si trovavano a bordo della Maria, costeggiando il litorale costaricano verso Grey Town e quindi non ancora nel territorio nicaraguense, se un giorno verrà reperito e sembra improbabile non ci porterà alcuna novità sotto il profilo della ricerca garibaldina.
Il silenzio del Console sulla visita di Garibaldi a Granada suggerisce due alternative. La prima è che il Console non fosse assolutamente informato della presenza di Garibaldi in città. Accetterei, però, questa ipotesi con grande cautela, non solo perché Garibaldi scrisse più tardi, [a Granada] fummo accolti gentilmente da alcuni italiani ivi stabiliti , Q il che suggerisce che i particolari della sua visita non erano tanto segreti , ma anche perché qualsiasi Console, intento a fare il proprio dovere, non avrebbe mai potuto mancare di informare Torino di un'apparizione così insolita ed inopinata. La seconda possibilità è che il Console, pur sapendo della presenza di Garibaldi fra la comunità sarda della città, probabilmente su richiesta di Garibaldi stesso o di Carpaneto, decise di ignorarlo di proposito: una possibilità ad un tempo convincente e conveniente. Garibaldi viaggiò con Carpaneto come cittadino privato e volle evitare a tutti costi qualsiasi contatto con l'ufficialità. Il Console sarebbe stato ben presto convinto che la presenza del Generale non avrebbe provocato nessun moto politico contro lo status quo nicaraguense e non minacciava comunque l'industriosa tranquillità della comunità sarda. Così, Garibaldi passò sul palcoscenico granadino inosservato dagli occhi di Torino e di noi posteri che cerchiamo invano nelle lettere qualche traccia della sua presenza.
Non c'è da disperare, però: come scrisse il sommo poeta inglese: IH blows the wind that profits nobody... . 9> Le ultime due lettere del Console sardo Giacomo Marcenaro, scritte dopo il colpo di Stato leonese che ho già illustrato nell'articolo precedente, ci forniscono qualcosa oltre una semplice descrizione dei fatti nicaraguensi. Ci danno la possibilità di verificare lo stato d'animo della comunità sarda in quei giorni turbati e preoccupanti. I mercanti sardi nella prosperosa città commerciale di Granada allo scoppiare della rivoluzione si sentirono insicuri e cominciarono a temere per la loro proprietà privata e le loro ricchezze, frutto di sacrifici, di fatiche enormi e della loro perspicacia negli affari. Ricordarono le rivoluzioni di pochi anni addietro e temettero il ritorno di quegli infelici tempi
gio N", 7. Ella avrà la bontà di consegnarne un duplicato al Sìg.r Dardano, onde mi sia rimesso. I conti, che Ella mi avvisa che quel rapporto conteneva, saranno necessari per chiudere la di Lei contabilità col Ministero (A.S.T., Sez. 1*. Consolati nazionali in generale, Copialettere cit., p. 200).
) GIUSEPPE GARIBALDI, Le Memorie,., nella redazione definitiva del 1872, Bologna, 1932, cap. X del 2 Periodo! Esigilo.
9) WILLIAM SHAKESPEARE, 5 Enrico VI, il, 5, 55.