Rassegna storica del Risorgimento
GRANADA (NICARAGUA) COMUNIT? SARDA 1851
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1985
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La comunità sarda di Granada
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di incertezza e di inutile sofferenza: in quel paese così ricco di prodotti naturali e di grandi possibilità positive per tutti i tipi di investimento, la rivoluzione e la guerra civile fomentate da fazioni bellicose li avrebbero coinvolti in un groviglio politico altamente compromettente. Secondo Giacomo Marcenaro, dunque, per tutta la comunità sarda dello Stato nicaraguense la miglior politica da seguire era quella di una stretta neutralità . Scriveva della situazione infausta nel suo rapporto del 10 settembre 1851, ed una vera tristezza traspariva dalle sue semplici parole: 10>
Ricchi prodotti mal cultivati. Questo paese dopo tante vicissitudini pareva dover godere quiete, ed essere chiamato ai più alti destini, per la sua posizione geografica atta al transito interoceanico, e la ricchezza del suo suolo; giacché, produce indaco, cuoia e brasile, abbondando in miniere d'oro, gomme etc, però il tutto scarsamente coltivato; causa le continue rivoluzioni; è di nuovo ricaduto in dissenzioni intestine che le minacciano d'estrema rovina.
Rivoluzione. Giacché travagliando i diversi partiti per arrivare ai loro fini; il giorno 4 Agosto svegliossi Leone, che è la capitale dello Stato senza più aver governo a seguito di una congiura militare in cui fu di notte tempo, sorpreso il Presidente coi Ministri e scortati al mare con Soldati, furori fatti imbarcare; e creato un Governo provvisorio che il Generale dell'armi José Trinidad Munoz vuol far riconoscere colla forza dell'armi; Senonché svegliati i departamenti dal primo stupore; si armarono alla meglio ed ecco formato ima guerra civile che accompagnata dagli odi antichi, servita da gente indisciplinata fa intravedere una lotta fratricida, scortata dalle vendette, dai saccheggi, ed uccisioni con tutti i loro orrori.
Stato precario dei Sudditi Sardi. Circolare. In mezzo di tante difììcultà; la posizione dei sudditi Sardi benché precaria per essere il bianco dell'invidia 1J) che i naturali portano
,0) Mantengo la punteggiatura originale del Console, per quanto Insolita essa sia,
,J> Quando certe persone espatriano e devono lavorare usando una lingua non loro, risultano spesso certe interferenze linguistiche nella lingua di recente acquisizione e persino nella lingua madre; cosi succede agl'italiani che si stabiliscono in America Latina: molti finiscono per parlare e scrivere come nelle due seguenti lettere di Giacomo Marcenaro. Scrisse, infatti, il 10 settembre 1851, il bianco dell'invidia..., e poi, il 15 settembre, ... per metterli di bianco alla gente... , espressioni che, in italiano, non vogliono dire niente. Ricordando, però, che per gli spagnoli anche nel linguaggio attuale el bianco , oltre al suo uso come colore, vuol dire el objeto de crfticas, burlas, etc, el hito, fin, propòsito , possiamo apprezzare pienamente l'idea che il Console cercò d'esprimere cosi impropriamente.
Studiando i rapporti scritti dai Consoli sardi in America Latina durante il nostro periodo quasi tutti uomini d'affari o burocrati e non linguisti istruiti dobbiamo tener d'occhio espressioni ed usi linguistici che possono sembrare essere dell'italiano, ma vengono da un'influenza spagnola. (Console Dardano nel suoi rapporti citati in questo articolo si accorgeva che il suo italiano fu poco coretto (sic) e si augurava sinceramente che l'E.V. fa Torino avrebbe] inteso i sensi che... [egli con firmò]: A.S.T., Sez. 1". Consolati nazionali. America Centrale cit., fascicolo 1851 in 1856: rapporto scritto In Aroapala, Isola del Tigre, 9 febbraio 1852, p. 1).
Pertanto, dobbiamo conoscere ed attentamente usare la nostra conoscenza della lingua spagnola con grande cura quando ci avviciniamo ai documenti scritti dagli italiani in America Latina. Altrimenti potremmo trovarci di fronte ad un errore fondamentale.