Rassegna storica del Risorgimento

BRIGANTAGGIO; TRIBUNALE DI GUERRA DI GAETA 1863-1865
anno <1985>   pagina <443>
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Giustizia militare e brigantaggio 443
perché frequentava giornalmente quel villaggio, ma non so le persone precise colle quali aveva maggiore intrinsechezza, oltre all'anzidetto Fabio.
R. Nel racconto fattomi dal Pepe sul costringimento della banda Tommasino adoperato per aggregarlo ad essa, non mi precisò alcun particolare, e né mi individuò alcun brigante oltre del Francesco Tommasino. )
Il Giudice di Sessa, in base alle informazioni ottenute dall'interroga­torio del Torella, rintracciò ed interrogò alcuni conoscenti dell'imputato di Tuoro:
Sessa, 24 aprile 1864 Interrogatorio di Fabio D'Onofrio - anni 45, bracciante di Tuoro.
Interrogato R. Comecché coltivo un terreno attiguo al mulino di Don Pasquale Torella, così aveva preso amicizia col mugnaio dello stesso Salvatore Pepe di Castella-mare, dal quale veniva spesso adibito nei lavori del mulino e dallo stesso ne veniva, in proporzione del travaglio, compensato. Il medesimo Pepe frequentava Tuoro e la mia casa, anzi vi pernottava ogni qual volta gli prendeva tardi. Si era reso quasi paesano di Tuoro e teneva amicizia con la maggior parte di quei naturali, ma non so se avesse tenuto intrinsechezza coi compaesani Vincenzo e Salvatore Di Meo e Stanislao Turco, che nei princìpi del mese di marzo scomparvero dal cennato villaggio e si è detto che si sieno dati al brigantaggio. Ignoro pure se avesse avuto relazione cogli altri briganti di Tuoro, e precisamente col famigerato Francesco Tommasino.
Seppi che nei princìpi del detto mese di marzo il Pepe scomparve dal mulino e si diceva dapprima che si era ripatriato in Castellamare, ma dopo sette otto giorni ricomparve e si disse che era stato obbligato da una banda di briganti ad associarsi alla stessa. Io da circa un mese prima della sua scomparsa non avevo visto il Pepe, perché non più frequentava la mia casa ed ignoro perciò ì suoi rapporti, come pure non saprei dire se volontariamente si fosse dato al brigantaggio o se fosse stato obbligato dalla banda. Senonché posso dire che percepiva esso Pepe dal padrone un pingue salario ascendente a non meno di ducati venti al mese, e quindi non aveva bisogno di imprendere la vita di masnadiero per vivere... Meco il Pepe, quando si era in amicizia, non ha fatta alcuna esternazione dalla quale avessi potuto intravedere il suo reo disegno di darsi al brigantaggio; e né che avesse avuto relazione coi malviventi. 5
Sessa, 24 aprile 1864
Interrogatorio dì Paquale Cresci, 47 anni, calzolaio di Tuoro.
Int. R. Salvatore Pepe dì Castellammare mugnaio di Don Pasquale Torella al dì costui mulino sito nelle vicinanze di Tuoro, spesso accedeva in detto villaggio ed aveva presa conoscenza con tutti i naturali diventendosi e straviziando, particolarmente poi teneva intrinseca amicizia con Fabio D'Onofrio, il quale andava al mulino e si prestava ai lavori che vi eran d'uopo. Non so se avesse avuto relazione col capo brigante Francesco Tommasino o colla sua famiglia, ma io suppongo di si, perché il Tommasino era anche mugnaio. Ignoro affatto e né pel paese se n'h fatta parola se il Pepe avesse avuto aderenze cogli altri briganti di Tuoro e particolarmente con Viincenzo e Salvatore Di Meo e Stanislao Turco, che sono stati gli ultimi ad associarsi alla banda Tommasino. Nei principi di marzo si disse che il riferito Pepe era scomparso
) ACS, Ibidem. a ACS, Ibidem.