Rassegna storica del Risorgimento

BRIGANTAGGIO; TRIBUNALE DI GUERRA DI GAETA 1863-1865
anno <1985>   pagina <453>
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Giustìzia militare e brigantaggio 453
Appaiono interessanti alcune osservazioni in merito alle sentenze di condanna alla pena capitale emesse dal Tribunale militare di Gaeta.
Il 6 ottobre 1863 fu condannato a morte Damiano Vellucci di anni 28, contadino, per avere nel giorno 17 dello scorso mese di settembre trovan­dosi alla campagna in compagnia di altri due individui armati fatto fuoco sui componenti una pattuglia che poi potè devenire al di lui arresto . 65> Leggiamo nel relativo atto di accusa dell'Avvocato Fiscale del 3 ottobre 1863:
Attesoché in questi termini di fatto si abbiano gli estremi del reato di brigantaggio con resistenza armata alla forza pubblica contemplato e punito dall'art. 2 della legge 15 agosto 1863 ogni qualvolta è provato che il prevenuto Vellucci percorrendo la campagna con altri due compagni armati al comparire della truppa che lo inseguiva fece fuoco sulla medesima.66)
Come altri imputati anche Vellucci affermò di avere fatto lunga permanenza a Roma, ricoverandosi inoltre ora a Ceprano e Terracina e spesse volte a Casamari ove dai monaci di quel convento riceveva gratui­tamente il vitto giornaliero insieme ad altri suoi compagni banditi67) confermando così il sostegno dato al brigantaggio nello Stato pontificio.
Anche nel caso della condanna a morte di Domenico Angora, disertore di 28 anni, del 16 giugno 1865, l'accusa è di brigantaggio con resistenza a mano armata. Egli
trovandosi li 10 ottobre unito alla banda di Francesco Guerra mentre nel luogo detto Passi (Pontificio) la stessa banda uccideva il brigadiere Lcgrand e brigadiere Trebillac dell'armata francese, per cui lo stesso Angora... li 9 ottobre 1864 dal Consiglio di Guerra francese in Roma veniva in contumacia condannato alla pena di morte. Per avere infine prima del di lui arresto unitamente a gran numero di altri briganti opposta viva resistenza alla forza annata più volte esplodendole contro il proprio fucile a due colpi nella quale circostanza rimasto ferito alla mano sinistra gettava l'arma a terra e tosto raggiunto veniva arrestato dalla stessa forza.68)
E interessante notare che, in questo caso, una sentenza di condanna a morte era già stata pronunciata dai Tribunali di Guerra francesi nello Stato pontificio. Ciò conferma il difficile e, a volte ambiguo, atteggiamento dello Stato pontificio nei confronti del brigantaggio nell'Italia meridionale.
Anche nel caso di Raimondo Calice e Antonio Zenga, fucilati il 2 lu­glio 1865, l'imputazione è di brigantaggio con resistenza armata, poiché mentre stavano per commettere una grassazione, sorpresi dalla forza (opposero) alla medesima viva resistenza coll'esploderle contro i loro fu­cili. Inoltre Raimondo Calice, unitamente ad altri 20 briganti di dette bande dal consiglio di Guerra sedente in Roma li 9 dicembre 1864 sarebbe stato in contumacia condannato alla pena di morte....69)
*5> ACS, Tribunali militari cit., b. 176, Registro Sentenze originali 1863, I voi.
66) ivi, b. 176.
*?) Ibidem.
**) Ivi. Registro Sentenze originali, 1865.
**) ACS, Ibidem. Anche nel caso di Donato Col ardo (condannato il 4 agosto 1864),