Rassegna storica del Risorgimento
BRIGANTAGGIO; TRIBUNALE DI GUERRA DI GAETA 1863-1865
anno
<
1985
>
pagina
<
454
>
454
Paolo Alvazzi del Frate
Si può quindi concludere che il Tribunale militare di Gaeta inflisse la pena di morte esclusivamente ai colpevoli di brigantaggio con resistenza a mano armata e che il suo operato, a questo proposito, rimase nei limiti della legge per la repressione .del brigantaggio.
Paradossalmente, la durezza e la severità di giudizio nei confronti dei complici e dei manutengoli furono addirittura maggiori che verso gli imputati di brigantaggio. Si può affermare infatti che proprio contro i sospetti favoreggiatori si scagliò l'opera repressiva della giustizia militare, nell'intento di isolare le bande e spargere un salutare terrore . La stessa legge Pica aveva inteso colpire con particolare durezza il favoreggiamento punendo con i lavori forzati a vita sia i briganti che non oppongono resistenza sia i ricettatori e somministratori di viveri, notizie ed aiuti di ogni maniera . Il Tribunale militare di Gaeta, con una interpretazione meno severa della legge, solo nel caso di Marco Antonio Coringi, imputato di favoreggiamento nel novembre 1863, per avere portato aiuti alle medesime (bande) con avvertirle quando la truppa si faceva incontro per dar loro la -caccia,70> emise sentenza di condanna ai lavori forzati a vita.71)
L'alta percentuale di assoluzioni, soprattutto tra gli imputati di favoreggiamento, il 69,5, conferma che si intese colpire più duramente proprio il manutengolismo , ritenuto causa principale del perdurare del brigantaggio, attraverso arresti mdiscriminati tra le i popolazioni rurali. 72) Illegalità, abusi o comunque una non giustificabile eccessiva severità, in effetti, si sono potuti constatare proprio nei giudizi nei confronti di imputati di favoreggiamento. Ad esempio, l'8 gennaio 1864, il Tribunale condannò a quindici anni di lavori forzati Vincenzo Pannozzo, pastore di 22 anni, per avere:
nel giorno 12 novembre offerto del latte ad alcuni componenti una pattuglia e da lui supposti briganti assicurando i medesimi che impunemente potevano rimanere per quei dintorni perché già da tempo non vi si aggirava nessuna pattuglia. 73)
SantiJlo Pisaniello {condannato il 24 agosto 1865) e di Bernardo De Lisi, Angelo Cernila, Domenico Coletta e Francesco Di Meo (condannati il 30 dicembre 1865) l'imputazione è di brigantaggio con resistenza a mano armata.
70) ACS, Ivi, b. 176, Sentenze originali,
7i) A Marco Coringi la pena venne poi ridotta a 15 anni nel 1865 e fu infine amnistiato nel 1878.
72) Che l'intento del Governo fosse proprio quello di colpire il favoreggiamento facendo terra bruciata nelle campagne intorno alle bande di briganti, è confermato da quanto sostenuto dal Ministro dell'Interno Peruzzi in occasione del dibattito sulla prima proroga della legge Pica: quelle disposizioni straordinarie..., spargendo un salutare terrore nell'animo della trista gente ausiliatitce dei malvagi perpetratori di eccessi nefandi e causa precipua della persistenza di questi, l'han fatta in gran parte cessare dalle pratiche criminose di corrispondenza e aiuto ai malfattori. Atti Parlamentari, Camera del deputati, Documenti, Vili Leg., II Sess., 1863, n. 112-B.
73) ACS, Ivi, Sentenze.