Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
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1985
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469
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La storiografia sull'Intervento del 1915 469
antico convincimento neutralista, sostenendo, lontano dalla serenità del giudizio storico, che in Salandra vi era nel maggio 1915 l'evidente proposito di scavalcare l'autorità del Giolitti anche a prezzo delle fortune del paese . 10>
Gaetano Salvemini, per contro, confutando l'opinione di Salvatorelli e Spellanzon, insisteva nel sostenere la piena conoscenza di Giolitti del Patto di Londra, ma soprattutto non si faceva sfuggire l'occasione di ribadire, in polemica con i due amici-avversari, l'antica fede interventista:
Spellanzon e Salvatorelli ritengono che la guerra poteva essere evitata, e fanno l'in ventano dei mali susseguiti attribuendo le conseguenze, che, secondo me, non furono legate necessariamente con la guerra, e conchiudono che l'Italia doveva rimanere neutrale. Io ritengo che rHntervento non si poteva evitare, che tutto compreso la guerra fu una impresa non solo necessaria, ma anche utile, pur con tutte le bestialità che l'accompagnarono. n
Nella polemica si inserivano altri studiosi, protagonisti diretti i più degli eventi di cui si parla. Gaetano Natale, già intimo di Giolitti e fedele sostenitore dei suoi metodi politici e dei suoi ideali,12) se la prendeva con Barrère, ambasciatore francese a Roma e, a suo dire, vera eminenza grigia dell'interventismo italiano, e con Salandra, la cui azione nel 1915 era tutta tesa a distruggere Giolitti.13) Per Natale, l'interventismo, dietro l'occulta regia di Barrère, si configurò come una forma di intimidazione che non si era mai vista, quale non si poteva neppure lontanamente immagi-nare: im'intimidazione selvaggia, che non conosceva limiti, e mdiscrimina-tamente si esercitava sul Governo, sul Parlamento, sulla polizia, sull'esercito, sulla magistratura, mettendo al bando gli individui e i partiti noti o sospettati come neutralisti . Lo stesso fascismo, a ragione di Natale, poteva considerarsi nato nelle giornate radiose . 14>
A questa interpretazione dell'intervento dalle tinte piuttosto fosche reagiva qualche anno più tardi dalla sede dell'Aula Magna dell'Università di Padova Alberto Maria Ghisalberti. In un discorso in cui, come sempre nei
W> C. SPELLANZON, L'intervento nelle memorie di Luigi Albertini, in Quaderni di cultura e storia sociale, febbraio 1952, p. 63. Cfr. dello stesso, Conobbe Giolitti il Patto di Londra?, in II Messaggero, 21 febbraio 1952; e Interpretazioni giolittiane, in Quaderni di cultura e storia sociale, aprile 1952, pp. 132-135.
) G. SALVEMINI, Giolitti e il Patto di Londra, in Quaderni di cultura e storia sociale, luglio 1953, pp. 263-267 e agosto 1953, pp. 303-309 (citazione p. 309). Cfr. anche L. PINNA, dottiti e il Patto di Londra, in Rivista di studi politici internazionali, ottobre 1953, pp. 619-621, che propende per la tesi a favore della conoscenza da parte di Giolitti del Patto.
12) Cfr. N. VALERI, Gioititi, Torino, 1972, p. 7. Di G. NATALE cfr. Giolitti e gli italiani, Milano, 1949.
t3) G. NATALE, Le giornate radiose del maggio 1915, in Quaderni di cultura e storia sociale, novembre 1953, pp. 414-415.
M) Ivi, pp. 415 e 418.