Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
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1985
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471
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La storiografia sull'Intervento del 1915
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passione di ex-interventista. Secondo Jemolo, ohe chiamava alla memoria la sete di espansione coloniale e l'assillo .per Trento e Trieste e per il compimento dell'Unità della parte viva degli italiani, w> l'avere senza guerra il Trentino era desiderabile se la vittoria fosse rimasta ad Inghilterra, Francia e Russia; ove invece avessero vinto gli imperi centrali, quel-l'esserci fatta compensare la neutralità sarebbe stata causa di un giusto e tenace rancore da parte dei vincitori . 20>
Tredici anni dopo l'articolo apparso su II Ponte, Salvatorelli, in occasione del congresso di storia del Risorgimento tenuto a Trento dal 9 al 13 settembre 1963, tornava a ribadire, con rapidi appunti, fondati precipuamente su ricordi personali , 21) la sua radicata convinzione, sostenendo ohe la fusione perfetta delle due correnti politiche che vollero la guerra, la nazionalista e la democratica, si ebbe solo all'ultimo -momento ed in chiara funzione antigiolittiana. Se Giolitti non si fosse dichiarato nel maggio del 1915 contrario all'intervento, la fusione non sarebbe avvenuta. L'antigiolittismo fu il cemento più solido volendo ambedue de parti, anche se per motivi diversi, liquidare la cosiddetta dittatura giolittiana .
A questa interpretazione, alquanto riduttiva delle ragioni dell'interventismo,2 reagivano in modo virulento gli studiosi presenti al congresso che in gioventù militarono sul versante opposto di quello di Salvatorelli. A. questo .proposito, Sergio Camerani, anch'egli presente al congresso, ci ha lasciato una colorita testimonianza:
(...) bisogna riconoscere che le passioni di quasi cinquant'anmi fa non sono ancora spente. La relazione di Salvatorelli per esempio ha avuto qualche spunto polemico in cui riaffioravano i vecchi sentimenti che non sempre lo storico è riuscito a dominare, cosicché ne è seguita un'accalorata discussione che spesso con la storia non aveva a che vedere. Erano gli ex-interventisti che partivano in massa all'attacco del relatore ex-neutralista, e tutto ciò fra lo stupore degli stranieri (di cui uno, il belga Jaquemyns, ha richiamato invano i contendenti alla serenità dei giudizi storici) e il divertito distacco, forse un po' venato di una punta di malcelato disprezzo, di qualche giovane che assisteva all'acceso conflitto verbale degli anziani.2*)
Il primo a prendere la parola era Corrado De Biase, filo-salandrino da sempre, che contestava, con validità di argomentazione, qualsiasi allu-
19) C. A. JEMOLO, Neutralisti e interventisti, in Terzo Programma, 1962, n. 2, pp. 22-23.
20) Ivi, p. 23.
20 L. SALVATORELLI, Neutralismo e interventismo, in Atti del XLI Congresso di Storia del Risorgimento Italiano, Roma, 1965, p. 21.
22) Ivi, pp. 24-25.
23) Cfr. G, ROCHAT, op. cit., p. 88.
24) s. CAMERANI, L'Italia nella prima guerra mondiale (Note a un recente Congresso), in // Risorgimento, ottobre 1965, p. 27.
25) Cfr. N. VALERI, La bilancetta della storiografia moderna, cit., p. 354 e P. ALATRI, La prima guerra mondiale nella storiografia italiana dell'ultimo venticinquennio (Prima parte), in Belfagor, novembre 1972, p. 562.
Oltre una biografia di Sai andrà del 1919. a De Biase si deve un cospicuo numero