Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
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1985
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Carlo Maria Fiorentino
sione a pretesi colpi di Stato da parte del governo o delle forze interventiste, come da anni andava sostenendo Salvatorelli; ma semmai l'accusa di anticostituzionali andava rivolta ai giolittiani e, in generale, ai deputati neutralisti. Per De Biase, era evidente che
i voti di fiducia attribuiti al secondo ministero Salandra dalla Camera e dal Senato nel periodo dal dicembre 1914 al marzo 1915 e quelli relativi alla politica estera nell'esplicito significato di piena libertà di azione non potevano assolutamente essere annullati od anche in minima parte invalidati, non solo da discorsi, articoli, lettere o qualsiasi altro scritto parlamentari, ma neppure dalla professione di neutralismo di un rilevante numero di deputati, che improvvisamente esplose il 7 maggio 1915 nelle sale di ritrovo o nei corridoi della Camera, e che fu detta un pronunciamento o un'insurrezione parlamentare, e tanto meno dalle adesioni al pensiero di Giolitti contrario all'intervento, da parte di oltre trecento deputati e cento senatori quanti furono indicati dai giornali e specialmente dalla Stampa con titoli in caratteri vistosi , adesioni espresse, dopo l'8 maggio '15, per mezzo dell'invio o della consegna in portineria di biglietti di visita o di lettere. 20
A De Biase seguiva il lungo intervento di Livio Pivano, ex-interventista (Ero allora giovinetto e fui arrestato a Brindisi, mentre cercavo di imbarcarmi per raggiungere i volontari di Ricciotti Garibaldi ha ricordato), che ha rivendicato l'interpretazione patriottica dell'intervento:
Bisogna, dunque, che ricolleghiamo il 1914 ad un passato, ancora abbastanza recente, di rivendicazioni nazionali, che collochiamo l'intervento nel ciclo risorgimentale che le guerre d'indipendenza non avevano concluso. E insieme dobbiamo considerare la realtà dei problemi rimasti insoluti dopo il 1866, e i pericoli incombenti su una fragile frontiera, ancora minacciata dal revanchismo austriaco, con grave rischio per la stessa unità nazionale. 28)
Prendeva quindi la parola Franco Valsecchi, pronto anche lui a ribadire l'interpretazione patriottica della guerra; seguito da Novello Papa-
di saggi e articoli pubblicati tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, e successivamente fusi nell'opera maggiore, L'Italia dalla neutralità all'intervento nella prima guerra mondiale, 2 voli., Modena, 1965 e 1966. Quest'opera è una diligente seppure poco brillante ricostruzione dei fatti salienti che condussero all'intervento. Il suo limite maggiore è, forse, quello di soffermarsi troppo a lungo su due episodi che videro protagonista Giolitti, a danno di una ricostruzione più organica dei fatti e delle motivazioni che condussero jall'intervento: le rivelazioni alla Camera del 5 dicembre 1914 intorno al progetto austriaco del 1913 di aggressione alla Serbia (cap. IV); e la famosa lettera del parecchio inviata da Giolitti all'on. Peano nei primi del '15 (cap. VII). Quest'opera, inoltre, nonostante il fermo proposito della maggiore imparzialità, come si legge nell'Avvertenza, e nonostante il tono garbato, quasi distaccato, rivela tutta la passione nazionalista e salandrina dell'A., risultando, in ultima analisi, una requisitoria contro Giolitti.
26) Atti del XLI Congresso, cit., p. 29. Il corsivo è nel testo.
27) Ivi, p. 39.
29) Ivi, p. 31.
29) Ivi, p. 45: La guerra, quindi, come coronamento della lotta per la libertà delle nazioni; la nazionalità-come rivendicazione del diritto dei popoli-alla libertà.