Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1985>   pagina <473>
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La storiografia sull'Intervento del 1915 473
fava, che invitava l'uditorio a considerare Vittorio Veneto quale anello di congiunzione tra Risorgimento e Resistenza.30) E, ancora, Piero Pieri, che, ribadendo con vigore3" il suo interventismo giovanile e il diniego per la politica di Giolitti, sosteneva che le giornate di maggio vanno viste non solo nell'atmosfera arroventata di Roma, ove gli animi apparvero sempre più eccitati in un'atmosfera quasi di guerra civile, ma in quella di quasi tutta l'Italia, dalle Alpi alla Sicilia, ove l'intromissione del vecchio statista, in un momento così delicato e decisivo, suscitò una generale, spesso impo­nente e solenne, protesta.32*
Ultimi bagliori di una polemica che ormai si trascinava stancamente da mezzo secolo, gli articoli di Alberto Spaini, Mario Vinciguerra e Mario Missiroli, apparsi nel maggio 1965 nel numero speciale che la rivista L'Osser­vatore politico letterario dedicava all'intervento.
Mentre Spaini, ex-irredentista, spiegava le ragioni degli interventisti italiani delle province austriache, il loro naturale desiderio e bisogno spirituale di unirsi alla Madre Patria; 33) e Vinciguerra, ricordando la nobile figura di Cesare De Lollìs, si soffermava sul ruolo svolto nel periodo della neutralità dalla sua rivista Italia Nostra; W Missiroli, sulla base dei suoi ricordi personali, non trovava di meglio che affermare:
(...) i borghesi si erano persuasi che la guerra avrebbe liquidato i socialisti, che li avrebbe ridotti al margine della vita politica. Essi erano inconsolabili della perdita di due Comuni importantissimi: quello di Milano e quello di Bologna. Ma che Trento e Trieste! Le méte vere erano Palazzo d'Accursio e Palazzo Marino.35)
Che forse è veramente troppo per chi, anche per ragioni di conservazione sociale, aveva sostenuto nel '14 l'intervento a fianco degli Imperi Centrali.36)
Le diverse interpretazioni dell'intervento sin qui ricordate ohe, ovviamente non esauriscono compiutamente quelle della storiografia tradi­zionale, che proprio nei suoi esponenti più giovani (e con l'ausilio di qualche anziano non coinvolto nella battaglia tra neutralisti e interventisti post eventwn), pur con qualche affanno, andava affilando le armi denunciano i limiti di una generazione di studiosi che stentava a liberarsi del proprio
30 /vi, p. 49.
31) R. UGOLINI, nel necrologio di Pieri, scomparso il 15 dicembre 1979, ha ricordato la veemente polemica che lo oppose al "non interventista" Salvatorelli nel Congresso di Trento del 1963 (Amici scomparsi: Piero Pieri, in Rassegna storica del Risorgimento, aprile 1980, p. 193).
32) Atti del XLI Congresso, cit, P. 51.
33) V. SPATNI, Che cosa fu l'irredentismo, p. 47.
34) M. VINCIGUERRA, II gruppo di Italia Nostra, pp. 53-80.
35) M- MISSIROLI, Interventismo e guerra civile, p. 82.
36) Sulle posizioni di Missiroli nel periodo della neutralità, cfr. B. VIGBZZI, L'Italia di fronte alla prima guerra mondiate, 1: L'Italia neutrale, Milano-Napoli, 1966, ad nomen. E sulla sua figura morale e intellettuale, cfr. A. GRAMSCI, Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana, Torino, 1975, ad nomen.