Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
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1985
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478
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Carlo Maria Fiorentino
Giuliano esse dovevano andare ricercate nella minaccia di un soverchia* mento degli interessi slavi a danno della popolazione italiana, motivazione che tradiva in qualche modo gli interessi imperialistici dello Stato italiano; Sonnino adoperò l'alibi del rifiuto dell'Austria-Ungheria di concedere all'Italia le terre irredente, coinvolgendo la piccola borghesia di formazione umanistica educata al culto della Patria nella scelta interventista. >
Lucio Vinari, ancora, ha ribadito la tesi che vede nell'intervento l'occasione che Salandra attendeva per coinvolgere l'opinione pubblica, e soprattutto la borghesia liberale, nel duello con Giolitti ; ) mentre per Rochat, che è ritornato sul tema dell'intervento alcuni anni dopo rispetto agli scritti sin qui ricordati, i fattori che spinsero il governo Salandra alla guerra furono essenzialmente tre: da un lato, il tentativo di creare un blocco di forze di destra per reagire allo stato di crisi politica che stava attraversando la media borghesia, progressivamente emarginata dalla crescita dei nuovi centri di potere industriale-finanziario ; - quindi, la necessità di soddisfare quelle esigenze di natura imperialistica di una parte importante del mondo economico e politico italiano; *> infine la determinazione da parte dei gruppi dirigenti più retrivi di sconfiggere una volta per sempre il movimento operaio, con tutte le armi offerte dal regime di guerra .61)
E per concludere la rassegna dell'interpretazione marxista dell'intervento, se uno studioso come Ernesto Ragionieri, pur mantenendo fermo il suo giudizio negativo, ha cercato di sfumare alquanto il suo discorso per rifuggire da una interpretazione deterministica e unilaterale, sostenendo che ogni riduzione del "perché" della guerra ad una sola linea causale sembra, allo stato attuale delle conoscenze, deviante e arbitraria, così come ogni anodino allineamento dei "fattori" che spingono all'intervento; Giorgio Candeloro, dopo essersi soffermato sui diversi fattori che spinsero il nostro paese ad entrare in guerra a fianco dell'Intesa,
57) Ivi, pp. 429-430.
58) L. VILLARI, Un problema storico: l'Italia di fronte alla prima guerra mondiale, in Rivista trimestrale, gennaio 1967, p. 84.
59) G. ROCHAT, op. cit., p. 57. 0 Ivi, p. 71.
61) Ivi, pp. 74 e sgg.
*2) E. RAGIONIERI, Storia d'Italia, voi. 4, tomo 3. Dall'Unità a oggi. La storia politica e sociale, Torino, 1976, p. 1976, La guerra, ha continuato Ragionieri, con le possibilità di potenziamento della presenza italiana sul piano militare ed economico nella penìsola balcanica, nel Mediterraneo orientale e, forse, in Africa, che faceva balenare all'orizzonte, si presentava come l'occasione storica per affermare un nuovo modo di essere e un nuovo ruolo dell'Italia e di quanti intendevano mettersene alla guida, in campo economico e politico: anzi, ancor più, per creare questo modo d'essere e i suoi gestori, uscendo dalle diuturne battaglie e dall'inconcludente tensione sempre riassorbite e sempre pronte a rinascere in cui sostanzialmente si era logorato 11 potere negli ultimi anni (ibidem). Cfr. anche le pp. 1970 e 1978-1980.
) Per esempio, ha scritto Candeloro: Per quanto riguarda le circostanze oggettive di carattere generale si deve anziuiio ricordare che l'Italia, per quanto inferiore alle principali potenze belligeranti sia per la quantità della produzione industriale, sia per l'entità degli squilibri interni che davano alla sua economia un carattere dualistico abba-