Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1985>   pagina <479>
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La storiografia sull'Intervento del 1915
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ha dato l'impressione di voler pagare il suo tributo ad un'interpretazione storica ormai esausta ma sempre suggestiva, sostenendo che il colpo di Stato ohe portò all'intervento fu un'operazione di politica interna, che liquidò il giolittismo, nella forma che aveva avuto per quasi 15 anni, ed isolò il partito socialista immobilizzandolo per parecchio tempo in una posizione di attesa. Vi fu quindi una rivincita della destra moderata e si può affermare che Salandra riuscì a fare nel 1915 quello che non erano riusciti a fare Rudinì e Pelloux tra il 1896 e il 1900 .<*)
L'interpretazione dell'intervento come operazione di politica intema di una classe dirìgente orientata in senso autoritario così come l'in­terpretazione imperialistica, frammento di quella leniniana, in cui è implicito un giudizio storico negativo non ha i suoi presupposti in una analisi compiuta del quadro storico generale in cui si mosse il governo italiano nel maggio del 1915. In essa si può quindi scorgere, più che un giudizio storico maturato dalla serena comprensione del passato, un giu­dizio di natura polemico-politica, cumulante altre esperienze negative della successiva storia del nostro paese. Isolando in particolare il fattore poli­tica interna da un contesto storico più ampio, e prescindendo o tenendo ai margini il fattore politica estera , si dà dell'intervento una visione alquanto parziale, che solo in maniera relativa può essere spiegata con il rifiuto (proprio, come si è visto, di certa storiografia che ancor più che marxista definiremmo moralistica ) della cultura storicistica di fine Otto­cento e dei primi del Novecento.65* Per comprendere storicamente la scelta del 1915 bisogna tenere presente, al contrario, proprio questa cultura che permeava di sé gli uomini politici, italiani ed europei, ohe condividevano responsabilità di governo, con i suoi postulati di ragion di Stato, politica di grande potenza, equilibrio tra le nazioni del vecchio continente; così come bisogna tener presente il quadro storico internazionale, con tutti quei problemi (disfacimento dell'Impero turco, destabilizzazione politica nei Balcani, rivendicazioni nazionali dei popoli slavi, controllo dei mercati internazionali) che costituivano gli elementi di crisi nei rapporti tra le potenze. ** In questo senso, per tornare a circoscrivere il discorso al caso
stanza accentuato, non aveva in Europa una posizione economicamente così secondaria e geograficamente così marginale da rendere ovvia la scelta della neutralità, come avvenne, per esempio, per la Spagna (Storia dell'Italia moderna. Vili: La prima guerra mondiale, il dopoguerra, l'avvento del fascismo, Milano, 1978, p. 72).
<H) Ivi, pp. 116-117. Candeloro ha aggiunto, però, allo scopo di sfumare il suo discorso, che l'operazione di politica interna coincise e praticamente si identificò con una scelta di campo nel grande conflitto in corso (Ivi, p. 117).
) L. GARRUCCIO ha parlato, a tal proposito, di tesi pseudostorica (...) calata da una storiografia che applica gli schemi pacifisti dell'era nucleare agli eventi del principio del secolo nell'ansia di una condanna inappellabile (La contestazione del '15, in // Mulino, gennaio 1972, p. 135). Contro la tendenza a identificare la cultura storicistica dell'Età liberale con l'esperienza dell'Età del totalitarismo, cfr. R. ROMEO, L'Italia unita e la prima guerra mondiale, Roma-Bari, 1978, p. vm.
6 Per una rassegna di studi sull 'argomento, cfr. F. CURATO, La letteratura sulle origini delta prima guerra mondiale, in AA.W., Nuove questioni di storia contemporanea, voi. II, Milano, 1968, pp. 817-888; L. VALTANJ, Le origini della guerra del 1914 e del-