Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1985>   pagina <481>
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La storiografia sull'Intervento del 1915 481
ultimo cento anni.68) Lo storico valdostano ha colto nel neutralismo, con le sue richieste del Trentino come prezzo di una solida alleanza con l'Austria* Ungheria, una linea politica che si ricollegava alla tradizione balbiana delTinorientomento dell'Impero degli Asburgo;69) mentre nell'interventismo ha individuato una linea politica che si riallacciava alla tradizione mazzi­niana della dissoluzione dell'Austria-Ungheria. 7) Due linee antitetiche, quin­di, impostate su basi diverse e con scopi differenti, ma entrambe logiche e coerenti in sé.7*)
Logica e coerente, la politica interventistica di un Bissatati o di un Salvemini, la quale, rendendosi ben conto che il movimento delle nazionalità nell'impero asburgico costituiva ormai una forza storica come, un settantennio prima, era successo in Italia che la guerra non poteva chiudersi, nemmeno per l'Italia, soltanto nel problema delle terre irredente da riunire alla madre patria, poneva, ipso facto, il problema del futuro assetto della valle danubiana e dei Balcani e quindi della futura convivenza dell'Italia con gli stati fatalmente successori dell'impero asburgico. Logica e coerente pure, anche se chiusa in un programma diciamo conservatore verso Oriente di impossibile attuazione ormai in quella situazione storica, la linea politica degli Avarna e dei Bollati, che, non volendo assolutamente la scomparsa dell'impero, non volevano nemmeno che l'Italia entrasse in guerra contro l'Austria per Trento e Trieste, e sarebbero stati disposti a rinunziare alle terre irredente, mantenendosi dunque fedeli alla sola parte conservativa dei programmi alla Balbo. 72)
Meno logica e coerente la linea del governo e, per esso, di Sonnino, che volle, sì, l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale: ma lo volle senza riuscire a prospettarsene le inevitabili conseguenze; cioè, la dissoluzione dell'Impero asburgico.73) Proprio in questa presunta incoerenza del governo, Chabod ha colto il limite storico dell'interventismo, da cui pure doveva derivare l'impreparazione del ceto dirigente nella sua maggioranza ai nuovi compiti e ai nuovi problemi che l'epilogo vittorioso della guerra necessariamente pose . 7*>
e fatti si improntano a categorie non facilmente accertabili come la buona o la cattiva fede, scadendo, inevitabilmente, in giudizi moralistici.
W) F. CHABOD, Considerazioni sulla politica estera dell'Italia dal 1870 al 1915, in AA.W., Orientamenti per la storia d'Italia nel Risorgimento, Bari, 1952, pp. 19-49.
) Ivi, pp. 44-45.
70) lvit p. 44.
7D Ivi, p, 46.
72) Ivi, pp. 46-47.
T*) Ivi, PP. 47-48. Che Sonnino non prevedesse la dissoluzione dell'Austria-Ungheria è stato messo in dubbio da M. TOSCANO, Rivelazioni e nuovi documenti sul negoziato di Londra per l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, in Nuova Antologia, ottobre 1965, p. 165.
W> F. CHABOD, Considerazioni sulla politica estera dell'Italia dal 1870 al 1915, cìt., pp. 48-49. Cfr. dello stesso CHABOD, L'Italia contemporanea (1918-1949), Torino, 1961 (9* ed.), pp. 19-25. Ribadendo le posizioni della storiografìa tradizionale, Chabod, nella