Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; INTERVENTISMO; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1985>   pagina <482>
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Carlo Maria Fiorentino
Brunello Vigezzi, spostando l'accento prevalentemente sulla politica interna, ha studiato l'intervento in funzione della opinione pubblica che coinvolse e trascinò uomini e partiti,75) affermando, in maniera un po' paradossale, che le minoranze nel maggio 1915 vinsero, perché la "mag­gioranza" neutralista, di fatto, non esisteva . 76> In accordo con Chabod, Vigezzi ha poi concluso sostenendo ohe, in realtà, la vecchia Italia liberale affrontò la questione della pace e della guerra con idee e metodi -del tutto inadeguati , apprestandosi così a scontare i propri errori .
Leo Valiani, per contro, riportando il discorso sui problemi di ordine internazionale, ha attribuito alla mancanza di tempestività del governo austro-ungarico nel soddisfare le richieste italiane di compensi territoriali l'entrata in guerra del nostro paese.
Se le ultime offerte austroungariche, le quali, tolto il punto dell'esecuzione immediata o a guerra Anita, venivano indubbiamente incontro alle richieste che l'Italia aveva avanzato più d'un mese prima, fossero state fatte anteriormente alla conclusione del Patto di Londra, ci sarebbe forse stata la possibilità, caldeggiata da Giolitti, d'una trattativa suscettibile d'evitare l'intervento. Ancora una volta l'Austria era però arrivata con un'ora di ritardo; 78)
mentre Roberto Vivarelli, pur sostenendo ohe l'Italia non era oggettiva­mente in grado di partecipare a quella lotta per il predominio europeo, che si svolgeva tra Inghilterra, Francia e Germania,79) ha ammesso tutta l'importanza strategica ohe aveva per il nostro paese l'Adriatico, soprattutto in previsione di un ridimensionamento, se non della completa distruzione, dell'Impero austro-ungarico.
La preoccupazione adriatica rimarrà una costante assoluta durante tutto il corso successivo delle nostre trattative diplomatiche, al punto da far scrivere a Salandra che la questione dell'Adriatico aveva per noi importanza prevalente anche rispetto alle note aspirazioni nazionali. Come è noto, erano sosprattutto ragioni di sicurezza militare la particolare configurazione delle due coste adriatiche, che poneva l'Italia in una situazione di schiac­ciante inferiorità strategica in questo mare a rendere così vitale per noi questo problema. 8)
sua opera maggiore sull'Italia unita, ha definito la guerra del 1915-'18 l'ultima grande impresa dell'Italia liberale e nazionale del Risorgimento {Storia della polìtica estera italiana, ci!.., p. 457).
75) cfr. B. VIGEZZI, L'Italia neutrale, cit.; ID., Da Giolitti a Salandra, Firenze, 1969; In., L'Italia liberale e la guerra (1914-1915), cit.
70 B. VIGEZZI, L'Italia liberale e la guerra, cit., p. 708.
77) Ibidem.
78) L. VALIANI, La dissoluzione dell'Austria-Ungheria, Milano, 1966, p. 126.
79) R. VIVARELLI, // dopoguerra in Italia e l'avvento del fascismo (1918-1922), l, Dalla fine della guerra all'impresa di Fiume, Napoli, 1967, p. 117.
0) ivi, pp. 125-126.