Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1985>   pagina <486>
immagine non disponibile

A PROPOSITO DI UNA RECENSIONE
SENTIMENTO STORICO E RECENSIONI STRATEGICHE
Vedo le un poco esilaranti definizioni che, nel consueto stile insieme cursorio e lapidario, parentetico e tribunalizio, il censore universale Raffaele Colapietra mi assegna nel fascicolo di luglio-settembre 1985 della austera Rassegna storica del Risorgimento (a. LXXI/3, pp. 364-365).
Dopo avere giudicato e mandato, in una precedente nota, del prege­vole volume di Leo Valiani, Fra Croce e Omodeo, Le Monnier, Firenze, 1984 (ibid., pp. 360-363: anche qui un grosso assente, i cattolici, la DC, De Gasperi: ed è sconcertante constatare come quest'ultimo non figuri neppure nell'indice dei nomi di un libro in cui l'ultimo Croce è largamente considerato, magari in chiave europeistica e con aperture al liberalsocialismo fin troppo ottimistiche ), il Colapietra, peraltro da me trattato coti riguardo (ad esempio nelle conversazioni ai margini del convegno crociano del­l'Aquila e Pescara del 1977), mi dice, dunque, un enciclopedico Iiberal-domenicano , ircocervo ideologico e culturale , giovane austero e qual­che volta lugubre intellettuale pugliese , pretendendo così non solo di segna­lare due miei volumi (La provincia e l'umanità, Roma, 1982 e Scuola e filosofia, Fasano, 1983), con lo scendere sul piano personale, ma di attingere un significato storico o etico-politico in ordine ai non molti ma estrema­mente significativi ed istruttivi Brescia otto-novecenteschi , e al nesso, che attraverso la loro opera si manifesterebbe, di creatività intellettuale e pre­sunta inconcludenza sociale o vocazione reazionaria e quasi si direbbe vocazionalmente sacerdotale, e via dicendo secondo i più vieti e frusti luoghi comuni della rettorica classista, ohe prendono il posto della probità storica e dell'equilibrio critico.
Ora, che io abbia fatto oggetto di ricerca momenti della religiosità popolare meridionale o della interpretazione cattolica di Vico o del catto­licesimo liberale del Risorgimento, e che accetti in fondo il richiamo alla coscienza morale e alla dignità e bellezza della persona umana nella concezione generale della storia, deducendolo anche dal Perché non pos­siamo non dirci cristiani di Croce, non stimo motivo di scandalo per alcuno, come si vede dagli aforismi del "laico" Ragghiatiti sull'ultimo numero della Rivista di studi crociani, e tanto meno per lo stesso Cola-pietra che credo partito dalla scuola del De Rosa e dalle stesse premesse,