Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA ITALIA
anno
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1985
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pagina
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489
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LIBRI E PERIODICI
MARIO DASSOVICH, Trieste e l'Austria fra retaggio e mito; Trieste, Tip. Mosetti, 1984, in 16*, pp. 224. L. 14.000.
All'attuale revival asburgico hanno preso parte un buon numero di scrittori, anche triestini (basti pensare al Cergoly o agli spiritosi Carpinteri e Faraguna); sulla stessa linea intesa a sottolineare gli stretti legami fra la cultura triestina e la media Europa si sono mossi A. Ara e C. Magris nella ricerca dell'identità contraddittoria della città di frontiera . Su un piano più strettamente storiografico, risalendo al comune medievale e alla dedizione di Trieste al duca Leopoldo III d'Austria (1382), si è tenuto Aldo Stella con il suo stringato profilo inserito nel XVII volume della diseguale Storia d'Italia della U.T.E.T. (diretta da G. Galasso), ed ora Mario Dassovich, cultore di storia diplomatica ed economica, e preciso conoscitore di guanto è stato scritto sulla Venezia Giulia e la Dalmazia.
Il suo volume Trieste e l'Austria non gode di buona distribuzione, poiché è stampato a spese dell'Autore, mentre merita tutta la nostra attenzione per la sobrietà del dettato, la ricchezza dell'informazione, l'equilibrio con il quale sono presentate e vagliate le diverse interpretazioni della storia triestina. Proprio per gli scrupoli di completezza e di esattezza, la scrittura è spezzata da frequenti incisi, da puntualizzazioni e da prudenti riserve, cosicché non è possibile una lettura affrettata o superficiale. La linea seguita è tuttavia chiara: il libro intende ripercorrere le travagliate vicende dei rapporti fra Trieste e Vienna attraverso più di cinque secoli, rilevando i motivi che fecero fiorire la città giuliana, la quale s'impose su Fiume e soprawanzò i centri portuali dell'Istria e della Dalmazia e la stessa Venezia. Peraltro a Trieste si mantenne vivo nei secoli lo spirito d'indipendenza e d'autonomia nei confronti di Vienna, sia pel richiamo a tradizioni locali, sia per aperture cosmopolitiche più larghe del rapporto privilegiato con la capitale, sia per la partecipazione alla cultura e ai movimenti politici d'Italia.
Questo spirito, ora affievolito, ora tendente al separatismo, rende contraddittori gli atteggiamenti dei diversi ceti e delle diverse comunità che convivono a Trieste, sicché oggi essa si presenta come una città laica con un laicato cattolico assai vivace, una città commerciale con un'originale letteratura, una città italiana con consistenti nuclei di sloveni e di tedeschi, di israeliti, di greci, e molti esuli istriani. In essa l'eredità dell'Austria è presente, non solo nella struttura urbana e nei collegamenti ferroviari e portuali: è una eredità di costume e di cultura, talvolta mitizzata come l'epoca felice e fortunata che più non ritornerà.
È naturale che più di metà del volume sia dedicato alla storia contemporanea (del resto le fortune triestine datano dalle patenti di Carlo VI e dai provvedimenti, dì Maria Teresa). Dopo gli sviluppi settecenteschi, con la caduta di Venezia, Trieste acquista una funzione adriatica , che è presto bloccata dalle esigenze della politica francese. Il Dassovich non attribuisce soverchio peso a questo regime, che pure agli occhi del Kandler mostrò certezza di leggi, certezza di condizioni, sapienza di leggi, celerità di procedimenti, amministrazione senza burocrazia, organizzazione completa, mirabile posizione dei funzionari nella società civile, rispetto alla sapienza, uso di questa nell'amministrare la pubblica cosa. L'Autore collega piuttosto le speranze repubblicane dei triestini colti e progressisti del periodo fra il 1830 e il '48 all'ispirazione mazziniana e al Romanticismo alimentatosi all'Università di Padova: ma la proclamazione della repubblica di San Giusto, in fratellanza colla repubblica veneta, coll'Italla sventurata e col prodi dalmati, dopo la dimostrazione pubblica del 23 marzo '48 è sventata facilmente dalle autorità.
Gli orientamenti federalistici prevalgono nella stampa quarantottesca, che chiede franchigie commerciali, collegamenti ferroviari, distacco dalla Confederazione germanica e