Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA ITALIA
anno
<
1985
>
pagina
<
495
>
Libri e periodici
495
Milano, 1945). Durante la Repubblica italiana ed il successivo Regno, incombendo il cesarismo napoleonico ad un livello inaccettabile per le tradizioni locali e anche lo sfrutta-mento economico, l'opposizione generale all'occupazione militare, ordinata dal governo dì Milano, divenne indubitabile.
Dopo la battaglia di Lipsia e l'atto di abdicazione di Napoleone, i dirigenti conservatori della Confederazione imposero al Ticino una Costituzione illiberale, mentre il Cantone di Uri rivendicava il territorio ticinese della Levantina e se lo annetteva. Il commissario Sonnenberg non riuscì tuttavia a far ritirare al Consiglio la costituzione democratica che nel frattempo si era data, memore delle antiche e più recenti aspirazioni alla libertà.
Il tentativo di procedere manu militari contro i Ticinesi ribelli, non portò tuttavia ad alcun risultato apprezzabile, perché il Cantone insorse prendendo a sua volta le armi. Una corte federale di giustizia condannò i capi della rivoluzione: il capitano Airoldi a morte, Toscanelli, Lepori, Brocchi, Airoldi, a pene detentive, ma le sentenze non furono eseguite, perché i giacobini erano fuggiti in Lombardia e l'Austria non ne concedeva l'estradizione, malgrado i reazionari li avessero descritti come filo-italiani (forse l'Austria aveva segrete mire annessionistiche e sfruttava il lombardismo degli insorgenti). Un mutamento della situazione al vertice della Confederazione permise tuttavia al Cantone di costituire una Reggenza provvisoria per dare ai Ticinesi una Costituzione democratica, che fu presieduta dallo Stoppani, un fermo partigiano della libertà. Questa Costituzione, dopo le prime bozze del luglio e settembre, trovò la sua forma definitiva il 17 dicembre 1814.
Proprio mentre il Lombardo-Veneto cadeva sotto l'autoritarismo della Santa Alleanza, la piccola Repubblica del Canton Ticino, nell'ambito di una rinnovata Confederazione elvetica, dava all'Europa un clamoroso esempio di libertà, destinato ad illuminare e a ospitare tanti patrioti italiani.
È forse inutile sottolineare che anche la Repubblica ticinese prendeva a modello la legislazione rivoluzionaria di tipo francese e si può quindi apparentare in parte alle Repubbliche giacobine italiane dal 1796 al 1799.
Lo stesso capitano Airoldi, animato dal vècchio italianismo di stampo napoleonico, prese parte poi ai moti carbonari.
GIANFRANCO E. DE PAOLI
ADRIANO SPINA C.P., Diario della deportazione in Corsica del canonico di Albano G. B. Loberti (1810-1814) (Diocesi di Albano - Studi Storici, 1); Albano, 1985, in 8, pp. 154, con ili. S.p.
Questo manoscritto inedito (un diario) è scritto da un componente del clero dell'Italia centrale, al quale era stato richiesto il giuramento a Napoleone, proibito da Pio VII. Il testo è preceduto da una Introduzione; conclude il volume un'Appendice di 21 pagine con vari elenchi di deportati, molti dei quali ancora sconosciuti.
Nell'Introduzione l'A. lamenta la scarsezza di studi su questo argomento. Un contributo di questo genere risulta quindi una cosa gradita, anche perché lo Spina è in grado di citare molti altri manoscritti che arricchiscono il Diario stesso e che provengono dagli Archivi romani dei Vicariato, di Stato, del Museo Centrale del Risorgimento, Provinciale dei Passio-nisti, del Capitolo di San Pietro in Vaticano, dalla Biblioteca Vallicelliana; da quest'ultima ha potuto trarre documenti Inerenti alla stessa persona di Napoleone.
L'opera è preceduta da una -Premessa dei vescovo di Albano, mons. Dante Bernini. È un giornale di viaggio con la minuta descrizione di tutte le locande, avvenimenti incontrati nel viaggio da Roma a Parma e quindi in Corsica. Riportiamo come esempio il primo giorno di viaggio: Addì 9 agosto 1810 partiti da Roma alle 9.30. Venne in nostra compagnia il sig. Pietro Battuglia a cavallo e ci accompagnò sino a Ronciglione, dormì con noi e nel giorno susseguente ripartì per Albano,
Ponte Mollo. Di passaggio.
Storta. Sito di posta.
Baccano. Sito di posta e fu fatta la fermata. Giungemmo a mezzogiorno e fu riposato