Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1985>   pagina <497>
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Libri e periodici 497
volta tutt'altro che completamente tramontato.
Ciò detto, occorre sottolineare non solo l'accuratezza e la completezza della docu­mentazione da cui l'A. è partita per la sua ricostruzione, ma anche quanto dalla docu­mentazione e dalla ricostruzione esca arricchita la nostra conoscenza del fenomeno del banditismo, e più in generale della storia della Sicilia nel trentennio preso in esame.
Un capitolo particolarmente interessante del volume riguarda la legislazione relativa alla repressione del banditismo, che la incoraggia non soltanto mediante le taglie e i premi a chi catturi o uccida un fuorbando , ma anche promettendo a quei banditi che si presentino spontaneamente alla giustizia commutazioni o condoni della pena. Si trattava di favorire il pentitismo , con un'anticipazione di quel tipo speciale di misure adottate nei nostri tempi dallo Stato italiano nei confronti dei terroristi.
Per un altro verso, pur stabilendosi una distinzione anche netta tra banditismo e malia, un comportamento mafioso emerge senza dubbio nella connivenza che tiene legate le bande ai centri di potere. E in proposito, facendo un salto indietro di qualche secolo, è da richiamare il saggio intitolato Così andavano le cose nel sedicesimo secolo (Palermo, Sellerio, 1984), in cui Orazio Cancila dimostra come fin dal '500, se la parola mafia non è ancora comparsa, di fatto già esista un'organizzazione mafiosa, si manifestino un comportamento mafioso e quel sentimento che successivamente sarà chiamato omertà , e come sia specialmente attorno al Sant'Uffizio che, per tutta la seconda metà del Cinque­cento e ancora all'inizio del Seicento, il baronaggio siciliano riuscisse spesso a vanificare la politica di repressione della violenza signorile progettata da alcuni viceré, perché, mentre la magistratura ordinaria condannava gli esecutori dei delitti, l'inquisizione assol­veva i baroni-mandanti suoi affiliati.
PAOLO ALATRI
Quintino Sella 1827-1884. Catalogo della mostra documentaria; Biella, Comune di Biella -Fondazione Sella Biella - Sezione di Archivio di Stato di Biella, 1984, in 8 pp. 196 con tavv. S.p.
Il 1984, anno centenario della scomparsa di Quintino Sella, ha visto svolgersi una serie di manifestazioni commemorative, utili ed intelligenti, considerata la loro lontananza da ogni intento retorico. Il convegno, svoltosi nel Palazzo Carignano a Torino dal 24 al 26 ottobre 1984, e la Mostra documentaria, organizzata a Biella dalla Fondazione Sella in collaborazione con la Sezione di Archivio di Stato della stessa città piemontese, hanno rappresentato gli esempi più convincenti della positiva impostazione organizzativa generale.
I documenti della Mostra ha notato opportunamente nella prefazione del catalogo Guido Quazza si affiancano ai due volumi dell'epistolario del biellese, apparsi nel 1980 e nel 1984, in un insegnamento che nasce dalla più approfondita conoscenza del perso­naggio senza aver bisogno di sollecitazioni attualizzanti né di forzature che porterebbero inevitabilmente un germe di corruzione dentro un rapporto fra storiografia e politica, fra cultura di lunga durata e interesse di breve periodo, rapporto che deve restare di distinzione nella convergenza .
La Mostra, organizzata con l'intento di offrire un quadro esauriente e completo della vita e dell'attività di Sella, ha utilizzato nella massima parte materiale esistente presso la Fondazione, cui è stata aggiunta, così da sottolineare lati e momenti di particolare peso, documentazione di altra provenienza. Nel catalogo non è presentato tutto il materiale esposto, ma ciò non sottrae minimamente validità ad un lavoro, condotto con puntigliosità, attenzione e perìzia da Maurizio Cassetti e Teresio Gamaccio, I curatori hanno dettato regesti efficaci ed esaustivi con tavole cronologiche, quanto mai opportune.
Quazza segnala come simboli ideali della lezione che Quintino continua a darci alcuni appunti e alcune lettere giovanili e un'annotazione del 1879 sulla responsabilità. Non mancano, però, ed è l'aspetto cui abbiamo guardato tra i documenti inediti e riassunti da Cassetti e da Gamaccio, spunti, dati e notizie da rilevare e da sottolineare. Ad esempio Sella ottiene il 26 luglio 1861 dal meridionale Francesco De Sanctis, ministro della Pubblica Istruzione, l'incarico di studiare la situazione nelle province napoletane per