Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA ITALIA
anno
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1985
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pagina
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519
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Vita dell'Istituto
519
In relazione a tale argomento il Luchetti ha posto la sua attenzione sull'aspetto difensivo di Ancona, per secoli unico ricovero per grosse navi fra Venezia e Brindisi. Alle esaurienti notizie su specifiche fortificazioni della Piazza anconitana, è seguita un'analisi tecnica delle strutture del Forte Altavilla, costruito nel 1863 in Pie della Croce (oggi Pietralacroce), ancora secondo un'impostazione risorgimentale antiasburgica, le quali restano un esempio perfetto di architettura militare ottocentesca. 1 lavori del Forte previdero scavi e riporti, scavamenti di terra e murature di pietra e mattoni; la difesa venne realizzata con la costruzione del Ramparo (terrapieno verso la campagna), del Muro alla Carnot, dotato di feritoie coprenti il fossato del Forte per i fucilieri, delle Gallerie di scarpa e controscarpa e della massiccia Capponiera (postazione per Fucilieri e artiglieri).
Dalle vicende del Forte medesimo ha preso le mosse la relazione conclusiva, quella dello storico militare Ruggero Belogi, su Reparti e uniformi della Piazza di Ancona . Egli ha prima rievocato le fasi dello scontro bellico, il 25 settembre 1860, tra le truppe pontificie arroccate sull'Altavilla ed i bersaglieri italiani alfine vincitori e ha offerto particolari di ordine topografico relativi alla città, grazie ai quali fino al dicembre 1899 essa fu compresa nel novero delle principali Piazzeforti militari del Regno d'Italia. Dopo la resa della Piazza di Ancona imposta dal gen. Manfredo Fanti il 29 settembre 1860 alle forze del Lamoricière e dopo lo sbarco in Ancona, il 3 ottobre, del nuovo sovrano, fu espresso dalle popolazioni marchigiane il voto per l'annessione del loro territorio all'Italia, con un esito di 133.783 voti favorevoli su 135.255 votanti. In seguito a tali avvenimenti, il gen. Luigi Federico Menabrea ricevette l'incarico di studiare i tipi delle nuove opere fortificatorie di Ancona, e già nel 1861 molte di esse potevano considerarsi realizzate, mentre altri baluardi venivano potenziati e integrati da nuovi. La complessa ideazione del Menabrea aveva previsto alla perfezione la difesa della città sia dal fronte a terra che dal fronte marino. Nell'ultimo quarantennio del XIX secolo la città giungeva così ad un significativo potenziamento della sua Piazzaforte, essendovisi impiantati immediatamente, nel 1860, il Comando territoriale di artiglieria, la Divisione del Genio militare, il Comando di servizio di Intendenza miltare, il Circondario marittimo, la Capitaneria di Porto e il Circondario della Sanità marittima. Nel 1870 nasceva la Legione Carabinieri, nel 1885 Ancona diveniva sede del VII Corpo di armata e della XlSt. Divisione militare. Della guarnigione cittadina facevano parte, a fine secolo, importanti reparti operativi (brigate di fanteria, artiglieri, bersaglieri e cavalleria) che formavano nel loro insieme una forza di oltre 10.000 uomini: per quanto riguarda le caserme furono costruite la Villarey, la Fanti, la Stamura e la Cialdini. Concludendo la sua relazione Belogi ha accennato ai mezzi difensivi della Piazzaforte di Ancona, costituiti all'atto dell'occupazione della città, nel 1860, da un insieme di pezzi obsoleti e scadenti, e sostituiti con cannoni ed obici a calibro elevato e di tipo moderno.
STEFANO GRAZIOSI
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ASCOLI PICENO, Il 19 ottobre 1985 ha avuto luogo nella sala centrale della biblioteca di S. Benedetto del Tronto l'assemblea straordinaria dei soci di questo Comitato per deliberare sulla costituzione della preannunciata Sezione sambenedettese e per stabilire i modi e i tempi di collaborazione con l'Assessorato alla cultura del Comune di S. Benedetto del Tronto sulla istituzione e sull'assegnazione del Premio E. Liburcti e sulla promozione di attività e di manifestazioni storico-culturali locali.
Dopo ampia discussione, si sono approvati all'unanimità i punti suesposti ed è stato deciso anche di avviare studi e ricerche sul tema interessante e attuale Ferrovia, economia e territorio lungo il litorale adriatico piceno dopo l'Unità nazionale.
In merito alla strutturazione della Sezione, sono stati cooptati alla Direzione del Comitato i soci Vera Liburdi, Antonio De Signori bus e Raffaella Lamponi; gli ultimi due sono stati poi acclamati, rispettivamente, presidente e segretaria della Sezione, come pure Luigi Quondamatteo revisore dei conti del Comitato in sostituzione del De Signorìbus.