Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
anno <1986>   pagina <15>
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Crispi e i cattolici 15
se lo può, sul tempo, di paralizzare i quattro secoli di vittorie del libero esame; cerchi di incatenare nuovamente Prometeo, il quale, senza venire a battaglia con Dio, volle pur vederlo da vicino e giudicarlo; cerchi ancora d'impaurirlo coi fulmini del cielo, or che esso ha chiesto ed ottenuto in terra la libertà.11)
Se esisteva per Crispi in merito al problema una dimensione ideologica di una certa consistenza, essa era costituita da una sorta di pregiudiziale di tipo giurisdizionale, di un giurisdizionalismo colto come lo ha bene defi­nito Jemolo in alcune belle pagine del suo Chiesa e Stato: 12> egli, cioè, riconduceva tutto ciò che attiene alla vita pubblica (e quindi alla politica) nell'ambito dell'azione e dell'autorità dello Stato.
Ma signori, si domandava nel 1885 di fronte alla ventilata opportunità di far gestire ai cattolici il patrimonio delle Opere pie a che andiamo a richiedere rappresen­tanze cattoliche, quando vi è il rappresentante vero che è lo Stato? Lo Stato rappresenta tutti i cittadini cattolici e non cattolici ed il ministro della- giustizia si occupa e di quelli che credono nel Papa, e di quelli che credono in Dio, adorandolo con altri modi e con altre forme, che il Papa non voglia. Il Parlamento rappresenta la universalità dei cittadini; ed il Ministero, che ne è la creatura, è chiamato naturalmente, per ragioni della sua origine e delle sue funzioni, a rappresentare ed amministrare i beni dei vari enti, senza ricercare se coloro, che li compongono, credano e perché credano . W
Il modello ideale di riferimento al quale rifarsi in materia, era e restava il modello americano, sia pure di impossibile attuazione nell'immediato:
II mio ideale è il sistema americano lo Stato, sovrano i culti tutti liberi nell'orbita dello Stato, e sotto la sua tutela. [...] In teoria la cosa va; ma nel fatto noi ci dobbiamo ricordare che [...] con l'azione sua la Chiesa rese impossibile fino ai nostri giorni la libertà di coscienza e dei culti. Nulla di manco le cose sono quelle che sono, [...] finché nel popolo non. sarà sentito il bisogno di certe riforme, le quali potranno ben essere discutibili, ma è certo che hanno la loro importanza, bisognerà attendere ancora molto l'attuazione del sistema americano; onde bisogna ragionare intanto e provvedere secondo il sistema da noi adottato .w)
il) in Scritti e discorsi politici di Francesco Crispi (1840-1890), Roma, 1890 [d'ora in avanti F. CRISPI, S e e/.], p. 724.
12} A.C. JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino, 1963, pp. 230-231. Mi parrebbe oltremodo ingeneroso, oltre che del tutto inutile all'economia del nostro lavoro, insistere sulla differenza tra le analisi veramente magistrali per acutezza ed equilibrio' contenute in queste pagine più mature, e le veloci riflessioni cosi ridondanti di retorica che lo stesso Jemolo svolse in anni, per lui di giovanile entusiasmo ideologico, nel suo volumetto Crispi, Firenze, 1922 (e ivi ristampato nel 1970, con una premessa in cui l'autore medesimo prendeva una distanza critica da quell'infelice exploit).
13} Dal già citato discorso pronunciato nella tornata del 5 giugno 1885, in F. CRISPI, DP voi. I, p 747. E per limitarmi a questo solo esempio, si veda anche ciò che Crispi disse il giorno seguente a proposito della assoluta necessità che i diritti giurisdizionali del Re sieno esercitati e rispettati , ivi, p. 752.
14) [vi, pp. 749-750. È. noto che questo della impossibilità concreta di applicare una