Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
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1986
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Crispi e i cattolici
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minava,2) predispose favorevolmente l'opinione pubblica nei confronti del clima di conciliazione, alla cui diffusione e rafforzamento contribuirono sia la partecipazione di singoli personaggi noti o meno noti,22) sia l'evolversi stesso della situazione politica generale, tanto sul piano interno che internazionale.23) In un crescendo di attese e di speranze si giunse al maggia 1887, quando l'eccezionale rilievo dato a due avvenimenti fece gridare al miracolo di una ormai imminente conciliazione.
Il 23 maggio Leone XIII rivolgeva al Sacro Collegio l'allocuzione Episco-porum ordinem, pubblicata in prima pagina tre giorni più tardi da L'Osservatore Romano. La sua novità sconvolgente non era tanto, o soltanto, dovuta al fatto che per la prima volta dal 1870 (o meglio dal 1859) non si fosse avanzata da parte pontificia alcuna rivendicazione territoriale esplicita o implicita, bensì dal fatto che vi fosse contenuto un auspicio il cui significato fu subito ben chiaro a tutti:
2i) per non citare che i principali di tali episodi significativi: si va dalla lettera di mons. Geremia Bonomelli a Leone XIII del Natale '86, in cui il vescovo di Cremona esprime l'ardente auspicio che il Papa voglia cogliere l'occasione della ricorrenza giubilare del decimo anno di pontificato per compiere l'opera di tutte più ardua e più necessaria, la pacificazione della Patria nostra, alla pronta e positiva risposta di Leone XILI (procurare la pace anche alle nostre contrade... risponde perfettamente ai Nostri voti ; e ambedue i documenti furono pubblicati su II Messaggero e ampiamente ripresi dalla stampa nazionale), alla nutrita partecipazione di personalità cattoliche a fianco delle autorità civili nelle manifestazioni per Dogali, in un clima unitario e patriottico (sempre mons. Bonomelli pronunciò una famosa omelia che ebbe una larga diffusione a stampa; il filosofo cattolico Augusto Conti dettò il testo dell'epigrafe da apporre in Santa Croce a Firenze; ecc.), fino alla allocuzione del 28 febbraio al Sacro Collegio in cui Leone XIII lascia intravedere la propria disponibilità a una pacificazione e si dice sicuro che prima a sentirne i più grandi vantaggi, sarebbe la nazione che ebbe la sorte d'esser prescelta a sede del Pontificato . Una completa rassegna degli avvenimenti dei quali qui si discute in F. PONZI, Documenti sul conciliatorismo e sulle trattative segrete ira governi italiani e S. Sede dal 1886 al 1897, in Chiesa e Stato nell'800. Miscellanea in onore di P. Pirri, Padova, 1962, pp. 167 sgg. Cfr. anche A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato cit., pp. 296 sgg. Per una migliore conoscenza delle due più notevoli personalità ecclesiastiche impegnate nella battaglia conciliatorista, abbiamo ora il prezioso Carteggio Scalabrini-Bonomelli (1868-1905), a cura di C. MARCORA, introduzione di F. FONZI, Roma, 1983.
22) Tra i numerosi personaggi della cultura e della politica che parteciparono al dibattito, oltre ai soliti Bonghi, Jacini, Zini, Lampertico e al gruppo della Rassegna Nazionale a' gran completo, merita una menzione particolare Achille Fazzari: ex-garibaldino, militante per un certo periodo nelle file della Sinistra nicoterina, aveva finito in seguito per fare della conciliazione l'obiettivo di fondo di tutto il suo impegno politico, al punto che nel giugno del 1887 rinunciò al mandato parlamentare dichiarando che non avrebbe più accettata veruna candidatura fin che fosse durato il dissidio fra lo Stato e la Chiesa (T. SARTI, // Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i Deputati e Senatori eletti e creati dal 1848 al 1890, Roma, 1896, p. 449).
23) Concorde è il giudizio degli studiosi sul fatto che tanto la crisi della maggioranza trasformista del Dcpretis aggravata dalla morte di Minghetti nel dicembre 1886 e dai disastri della politica coloniale, quanto il miglioramento dei rapporti tra Vaticano e Germania, die proprio allora aveva portato al superamento della Kultur Kampf bismarkiana, avrebbero potuto influire positivamente sul processo di riavvicinamento tra il Regno d'Italia e la Chiesa.