Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
anno <1986>   pagina <21>
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Crispi e i cattolici 21
Cosa era successo? quali i motivi e le cause del brusco, e irrevocabile, cambiamento di rotta da parte di Leone XIII?
Due anni dopo i fatti accaduti, in una dichiarazione resa al Senato, Crispi suggeriva una prima suggestiva spiegazione:
Vi fu [...] un momento, nei primi giorni del mio governo, in cui parve legittima la lusinga che qualche cosa si potesse fare. Un illustre religioso venne a trovarmi; mi portò le prime stampe di un libro che intendeva pubblicare. Egli mi diede a credere (ed io poteva crederlo, perché si trattava di un uomo onesto) che questo libro era stato approvato in alto. Mi pareva, dalle sue parole, che si volesse ristabilire la pace tra lo Stato e la Chiesa. Fu sventuratamente un fuoco fatuo, imperocché, due mesi dopo, e dopo parecchi colloqui avuti con me, l'illustre uomo non fu scomunicato come il vescovo di Cremona, il quale anch'esso credette alla possibilità di una pacificazione; fin là non si giunse, ma dovette ritirarsi. Se le mie informazioni sono esatte, e credo che lo siano, non fu tutta colpa del Vaticano, né dell'illustre prelato che si era a me diretto, se l'opera di lui è stata a metà interrotta. Comprendo però in quel che riguarda il Vaticano che la colpa è antica, e che furono facili il pentimento del tentativo e la ritirata.2')
Venuta a interrompere un lungo periodo di silenzio ufficiale, proprio mentre si era nel vivo del duro scontro politico e ideologico che aveva irre­parabilmente soppiantato le illusioni di pace definitiva, la laconica perora­zione di Crispi, fatta apposta per incitare gli animi a sospetti ben mirati (sia pure in una veste di apparente e disinvolta obiettività: pertanto essa meriterebbe veramente che con paziente analisi filologica e semiologica se ne mettesse in risalto il gioco di allusioni silenzi rimpianti ricono­scimenti, frutto di una consumata abilità dialettica), questa specie di ora-zion picciola , dicevo, ottenne l'effetto che il suo autore si era proposto: le responsabilità adombrate, soprattutto, ma non solo, nella parte finale (le pressioni dell'ambiente internazionale, e in particolare della Francia, che si sarebbero sommate alle pressioni degli ambienti clericali più intransigenti), autorizzarono infatti le illazioni e gli interrogativi che più o meno esplici­tamente erano circolati fin da subito, contrastati solo da voci di matrice cattolica intransigente, che, essendo contrarie alla conciliazione, erano poco o nulla credibili. Dai commenti politici fatti a caldo, illazioni e interrogativi
della circolare del 22 giugno del card. Rampolla ai Nunzi (circolare che invece dovea restare occulta , come sconsolatamente notava Bonomelli a Seal ab ri ni appena avuta notizia della sua pubblicazione: cfr. Carteggio cit., p. 218), in cui il Segretario di Stato offriva una interpretazione riduttiva dell'allocuzione papale del 23 maggio. A completare il quadro negativo, su L'Osservatore Romano del 27 luglio veniva pubblicata una penosa ritrattazione autocritica del povero padre Tosti (su quest'ultimo episodio si veda la ricostruzione fatta da R. DE CESARE, // Padre Tosti nella politica* in Nuova Antologia, voi. 159, fase. 635, 1* giugno 1898, pp. 459-460).
27) Dal discorso pronunciato al Senato, tornata del 28 giugno 1889, in F. CRISPI, DP, voi. Ili, pp. 373-374; l'occasione per l'intervento fu offerta a Crispi da un o.d.g., presentato da Alessandro Rossi a conclusione del dibattito sulle scuole italiane all'estero, in cui si raccomandava al Governo di promuovere mediante sussidi lo svolgimento delle scuole d'iniziativa privata, anche religiose, aventi caratteri d'italianità .