Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
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1986
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Filippo Mazzonis
e non si può permettere, che siano esercitate da funzionari, i qualJ non sono sotto il supremo dominio del Re. [...] Il nostro scopo, o signori, è uno solo: strappare dalle mani di amministratori infedeli, togliere alla cupidigia dei dilapidatori, il patrimonio dei poveri. Noi vogliamo, che i due miliardi, che attualmente sono sciupati in opere contrarie alla carità ed a scopi non abbastanza conformi alla beneficenza, alla beneficenza sieno tutti restituiti. Noi abbiamo munito la legge di tutte le garanzie, affinché [...] sia costituita un'amministrazione savia, prudente, oculata, a tutto beneficio dei poveri.47)
La risposta cattolica, espressa dalle organizzazioni laiche e dalla gerarchia ecclesiastica fino ai suoi massimi vertici e anche nelle forme più solenni,48) fu immediata, compatta e durissima: ne nacque uno scontro asperrimo e dilacerante, durante il quale si verificarono numerosi eccessi da ambo le parti e che parve coinvolgere o, almeno, minacciare di coinvolgere la sopravvivenza delle stesse istituzioni.49)
Obiettività storica vuole che si riconosca a Crispi un merito non secondario in tutte queste vicende: benché impegnato, anche sul piano del prestigio personale, in una lotta alla quale aveva chiamato a raccolta tutte le forze della borghesia50) e per il cui successo era disposto a procedere
**) Dall'intervento in Senato nella tornata del 29 aprile 1890, in F. CRISPI, DP, voi. Ili, pp. 416-419.
48) Il 20 gennaio 1890, cioè mentre la legge sulle Opere Pie si trovava alla stretta finale, Leone XIII promulgava la Sapientiae christianae. Benché si presentasse come l'ideale compimento del discorso iniziato nella Dluturnum (29 giugno 1881, Sul principato politico ), successivamente sviluppato nella Immortale Dei (1 novembre 1885, Sulla costituzione degli Stati ) e nella Libertas (20 giugno 1888, Sulla libertà umana ), l'enciclica sui principali doveri dei cittadini cristiani fu interpretata generalmente come una condanna senza appello della politica attualmente perseguita dal governo italiano (in proposito cfr. la successiva nota 49). Sulla reazione delle associazioni cattoliche intransigenti e delle gerarchie ecclesiastiche cfr. G. SPADOLINI, L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98, Firenze, 1966, pp. 237-238 e P. SCOPPOLA, Chiesa e Stato cit.. pp. 230 sgg. Da notare che sulla questione delle Opere Pie il mondo cattolico si presentò e si mantenne compatto: anche quanti, tra i più conciliativi e ben disposti, non si nascondevano in privato che indubbiamente vi erano nelle Opere Pie parecchi disordini , non ebbero poi dubbi nel-l'awersare apertamente la legge (in proposito cfr. F. MAZZONIS, Per la Religione cit., pp. 130-131 e 234).
49) Il momento più alto e pericoloso da questo punto di vista sì verificò proprio in seguito alla promulgazione della Sapientiae christianae per il ripetuto richiamo, in essa contenuto, ai fedeli al superiore dovere di resistere nei confronti di quello Stato le cui leggi dissuonano apertamente dal diritto divino, impongono offese alla Chiesa, contrariano i doveri religiosi, manomettono l'autorità di Gesù Cristo nel suo Vicario . I cittadini buoni cristiani dovevano sapere che in queste condizioni è empietà, per piacere agli uomini, declinare dall'ossequio dovuto a Dio; è delitto infrangere le leggi di Gesù Cristo per obbedire ai magistrati, ovvero sotto colore di conservare I diritti civili violare quelli della Chiesa (il testo integrale dell'enciclica è in le encicliche sociali dei Papi da Pio IX a Pio XII. 1864-1956, a cura di I. GIORDANI, Roma, 1954, pp. 147-172).
5) A noi il combattere per la ragione e il far sì che lo Stato italiano ne sia la espressione evidente. La lotta è questa: se il Governo ha un merito, è di averlo compreso; se ha avuto un conforto, è di essere stato seguito da tutta l'Italia vivente, da tutto il mondo pensante (dal già citato discorso tenuto all'Hotel dea Palmes, in F, CRISPI, S e d.