Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
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1986
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Crispi e i cattolici
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sulla via di quello che Gramsci chiamerà colonialismo povero (o imperialismo straccione , secondo l'altrettanto famosa definizione di Lenin).
Crispi si decise, pertanto, di mutare nei confronti dei cattolici l'atteggiamento che aveva mantenuto fino almeno alla metà di gennaio 1894: *> e mi pare sintomatico che il nuovo indirizzo prendesse a concretarsi pochi giorni prima che alla Camera lo stesso Crispi presentasse il disegno di legge sulla concessione al governo di poteri straordinari per la riforma dei pubblici servizi ; anche se egli ritenne, per il momento, di non rendere esplicita tale sua decisione, forse per non aggiungere ulteriori motivi di tensione alla situazione e anche per saggiare le reali possibilità di successo. Fu intrapresa così la via della trattativa segreta condotta con molta discrezione dal ministro della Guerra, generale Stanislao Mocenni, cugino dell'omonimo cardinale Mario.63) Le trattative avviate nel febbraio del '94, portarono nell'agosto successivo (e cioè, un mese dopo l'approvazione alla Camera delle tre leggi proposte ufficialmente per perseguire le manifestazioni di violenza anarchica, in realtà intese ad annientare ogni forma di associazionismo socialista) alla concessione da parte del governo di numerosi exequatur, **> risolvendo positivamente una delle questioni che stavano più a cupre a Leone XIII. In cambio Crispi ottenne, quasi immediatamente, l'istituzione di una prefettura apostolica in Eritrea e l'invio in quella regione
62) Dopo le proprie dimissioni Crispi tornò più volte sulla questione dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia. Nel 1891 furono pubblicati all'estero due suoi articoli che ebbero notevole risonanza: di uno dei due ho già detto precedentemente (cfr. nota 28); nell'altro e più famoso, L'Italia e il Papa apparso sulla North American Review, egli sosteneva senza mezzi termini che l'approvazione della Legge delle Guarentigie era stato l'effetto di una imprevidenza che confina con la colpa , poiché il provvedimento lascia legalmente indifeso il Re d'Italia, il quale, nel territorio della monarchia, nella capitale del regno, ha di fronte un pretendente ; un pretendente, tanto più pericoloso in quanto Leone XIII, pur non avendo (e fortunatamente , aggiunge Crispi) molti seguaci nel nostro paese , può sempre contare, in compenso, su molti mezzi, il confessionale, il pulpito, per suscitare le masse, turbare le coscienze e mettere il disordine in momenti di guerra . Le conclusioni, dì conseguenza, adombravano, l'opportunità che l'eccesso di immunità e privilegi che la legge accordò alla Chiesa romana venisse modificato, almeno finché non verrà al pontificato un uomo evangelico, il quale, rinunziando a tutto ciò ch'è di mondano, si occupi soltanto delle sue funzioni spirituali (in F. CRISPI, Ultimi scritti eh., pp. 37-40). Analoghi concetti Crispi ripetè successivamente ogni volta che gli si presentò l'occasione. Infine vorrei ricordare che la sua radicata convinzione dell'esistenza di una congiura franco-anarchica-vaticana in merito ai Fasci siciliani contribuì al diffondersi delle notizie più tendenziose sulla stampa anticlericale. Talvolta si trattò di un contributo diretto: come nel caso dell'articolo / veri sobillatori, pubblicato su La Riforma del 12 gennaio, in cui Jessie White Mario proclamava la responsabilità dei clericali nei fatti di Sicilia (cfr. F. SCOPPOLA, Chiesa e Stato cit., p. 281). Sul rapporto tra i cattolici e il movimento dei Fasci cfr. F. RENDA, / fasci siciliani, 1892-94, Torino, 1977, in particolare il cap. XXII, pp. 244-255,
63> Notizie sull'andamento delle trattative in F. CRISPI, Politica interna, Diario e documenti raccolti e ordinati da T. PALAMENGHI-CRISPI, Milano, 1945, pp. 128 sgg. La ricostruzione più completa, documentata e meticolosa degli avvenimenti considerati in questo paragrafo è in F. FONZI, Crispi e lo Stato di Milano , Milano, 1965.
**) I principali exequatur riguardavano le diocesi di Venezia, card. Giuseppe Sarto, Milano, card. Andrea Ferrari, Bologna, card. Domenico Svampa, e Ferrara, card. Egidio Mauri. Sullo svolgimento delle trattative cfr. ivi, pp. 94 sgg.