Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
anno <1986>   pagina <35>
immagine non disponibile

Crispi e i cattolici
35
Presidente del Consiglio, certamente mancò in pieno il bersaglio: Crispi non si scompose più di tanto, anzi, nel rispondergli, ribadì parola per parola le proprie affermazioni, e, dopo aver altresì chiaramente accusato chi non era d'accordo con lui di essere (oggettivamente, si sarebbe detto oggi) alleato dei nemici della causa e della patria,70) concludeva perentoriamente: me ne duole, ma non per questo indietreggerò dalla via che ho impreso a percorrere . 71>
Crispi era dunque ben deciso a proseguire per la nuova strada. La prossima tappa aveva per traguardo la soluzione di un problema che lo aveva angosciato fin dall'inizio del suo ritorno al potere. Milano, la capitale morale, rappresentava uno dei centri di opposizione più vivace a tutta la sua politica; assieme alla Sicilia, domata con le armi, costituiva uno dei due centri separatisti all'egemonia accentratrice del governo e dello Stato.72) Già ad agosto aveva provveduto a nominare quale commissario regio nel capoluogo lombardo un uomo di propria fiducia, l'onorevole Bonasi, con il compito di sabotare l'azione portata avanti fino allora dal prefetto Winspeare; ad aiutarlo e sostenerlo nella sua azione venne ora inviato Carlo Alberto Pisani Dossi, ex caposcuola della scapigliatura e esperto in trattative conciliatoriste dati i suoi trascorsi all'epoca della sfortunata ini­ziativa del padre Tosti.74) La missione affidata era quella di riuscire a con­cordare con gli esponenti più in vista del movimento cattolico milanese e con il cardinale Ferrari in persona (al quale Crispi aveva da poco concesso Yexequatur) una lista comune e gradita ad entrambe le parti per le immi­nenti elezioni ammimstrative, in modo da assicurare alla città un municipio amico, più disponibile verso le direttive di Roma (e di Crispi). L'operazione andò felicemente in porto: le elezioni amministrative del 10 febbraio 1895 segnarono il trionfo della lista clerico-moderata.75)
Il successo conseguito, per di più al culmine di una fase di così aspra contesa politica,7fi) confermò Crispi della validità della nuova linea inaugurata
70) Così iniziava la breve risposta di Crispi a Lemmi: anche tu sei caduto nel­l'agguato del mio avversario. Voi sviate la questione, e date forze al vero nemico della patria ; dopo aver riassunto le proprie posizioni, Crispi si ripeteva: col vostro contegno, od allontanandovi da me, voi aiutate l'anarchia, che si fa avanti con la dinamite e col pugnale. In P. SCOPPOLA, Chiesa e Stato cit., p. 292.
71) Ibidem. Anche in questa lettera è possibile scorgere una conferma dei limiti caratteriali e umorali di Crispi, divenuto collerico, ombroso, sospettoso e testardo ben oltre quelle caratteristiche che ne avevano sempre contraddistinto la personalità.
72) cfr. M. GANCI, op. cit., p. 212.
73) cfr. F. PONZI, Crispi cit., pp. 44 sgg.
74) Cfr. ivi, pp. 215 Bgg.
75) Su ottanta consiglieri la lista Concordata ne ebbe eletti 58, di cui 41 erano moderati (1 in più rispetto alle precedenti amministrative) e 17 cattolici (-f 10); ì radicali avevano perso 4 seggi e 3 repubblicani 7. Per una completa analisi del voto e dei risultati, cfr. ivi,, pp. 363 sgg.
76) La sera del 15 dicembre 1894 Crispi aveva prorogato (praticamente sine die) il Parlamento che da allora non si era più riunito. 11 rovente dibattito politico, dominato ancora dal plico Giolilti , si era trasferito nel paese, mentre si attendeva il giudizio