Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
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1986
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36
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36 Filippo Mazzonis
nei confronti dei cattolici: ora si trattava di estenderla a livello nazionale, ottenendo da Leone XIII l'abolizione del non expedit. A tal fine il Presidente del Consiglio contava, oltre che sull'azione capillare dei propri uomini di fiducia inviati a smussare le resistenze esistenti nel mondo cattolico, 7S> anche su propri canali diretti con la curia, tra i quali c'era anche fra' Paolo da Pieve di Controne, provinciale dei Cappuccini e predicatore di Leone XIII , il quale durante tutto il 1895 si adattò a fare la spola tra Via Gregoriana e oltre Tevere.79) Il 14 maggio, appena dodici giorni prima delle elezioni generali, veniva pubblicata una lettera del Papa al cardinale vicario di Roma, in cui Leone XIII dopo aver ricordato le più recenti disposizioni ecclesiastiche in materia di non expedit, così concludeva: riteniamo opportuno di pubblicamente dichiarare che nulla si è da Noi mutato delle suddette disposizioni, e che perciò raccomandiamo a quanti sono veramente cattolici di voler acquetarsi ad esse e conformarsi con docile ossequio . *
Per Crispi era indubbiamente una bella doccia fredda. D'altro canto lo statista siciliano si era spinto troppo innanzi per potersi tirare indietro senza correre il rischio di peggiorare la situazione; pertanto, nel rivolgersi agli elettori italiani dal Teatro Argentina di Roma, tre -giorni prima delle elezioni, egli ribadiva il proprio appello unitario, lasciando anche intendere ai cattolici transigenti come questa fosse la grande occasione che si offriva loro per poter dar vita al tanto auspicato partito conservatore:
Io ho già cercato di porre in guardia gl'italiani, quando segnalavo loro resistenza del nuovo mostro, che porta scritto sulla sua bandiera, né Dio né Capo; quando chiamavo, per combatterlo, a raccolta gli onesti di qualunque fede, scrivendo invece sulla bandiera nostra: con Dio e col Re per la Patria. [...] Il dilemma che oggi si pone agli elettori è semplice e solenne è dilemma tra la Monarchia nazionale, e l'anarchia sociale, morale e politica. [...] Il Re, simbolo dell'unità nazionale e saldo presidio di essa, il Re, circondato da istituzioni democratiche, è la nostra fede. A questa fede niuno deve mancare. Né astensioni, dunque, né dubbi. L'astensione è diserzione, nell'ora della battaglia; il dubbio è il primo coefficiente della sconfitta. Epperò io dirigo il mio appello a tutti gli italiani, e ho fiducia che la mia voce sarà ascoltata poiché tutti i buoni hanno in ciò un interesse comune. Si riformeranno poi i partiti sopra logiche basi ed oneste; si potrà avere allora la vicenda al Governo di uomini e di idee .81)
Come andarono poi le cose è risaputo e non starò a tornarci su; quello che mi preme qui sottolineare è che il fatto politicamente più rilevante
della Cassazione che avrebbe dovuto dire una prima parola definitiva su alcuni aspetti giuridico-istituzionali dell'intricato e poco edificante affair.
77) Crispi non era il solo a pensarla in questa maniera; per fare un esempio illustre, anche Saracco condivideva la sua idea. Infatti, appena appresa la notizia della vittoria elettorale di Milano, egli telegrafava a Crispi: questa elezione contiene grandi insegnamenti. Forse converrà trarne partito . Ivi, p. 365.
78) Cfr. ivi, pp. 430 sgg.
75) Ripetuti accenni in D. FARINI, op. cit., p. 655; cfr. anche i documenti citati da F. FONZI, Crispi cit., in particolare pp. 108 e 473.
SO) Riportato ivi, p. 435.
W) In F. CRISPI, Ultimi scritti cit., pp. 206-208.