Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
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1986
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Crispi e i cattolici
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di quelle elezioni non fu tanto nel risultato complessivamente favorevole al governo, bensì nella distribuzione geografica del voto: W dall'analisi di questa risulta chiaramente che mentre i candidati sostenuti dal governo o comunque vicini ad esso si erano affermati al Centro-Sud e nelle isole, al Nord, eccezion fatta per la Liguria, le opposizioni avevano saputo cogliere un significativo successo, e in particolar modo a Milano dove Crispi si era illuso di aver chiuso definitivamente la partita con le elezioni amministrative.83) Alle illusioni di allora fece seguito una profonda delusione, che Crispi trovò il modo di sfogare assicurando l'appoggio del governo alla proposta di legge che dichiarava giorno festivo il XX settembre.84)
Ma soprattutto ciò che qui vorrei provare a chiarire è perché fallì l'apertura tentata da Crispi nei confronti dei cattolici; una apertura, che si è detto nascere (almeno apparentemente) con un certo riscontro oggettivo nella realtà di quel momento e che Crispi cercò di portare avanti con una politica da lui considerata accorta, in quanto alle dichiarazioni di principio sapeva unire le concessioni concrete, i gesti distensivi.
Innanzitutto ci fu probabilmente una sopravvalutazione della preoccupazione per l'ordine sociale quale fattore di coesione politica dei vari settori delle classi dominanti (e tra questi, dunque, anche i cattolici) nei confronti della parte costruttiva del programma di governo che, invece, destò nel paese e soprattutto nei centri più attivi della vita economica, forti correnti d'opposizione ; ci fu poi anche una sottovalutazione della
9 Cfr. F. FONZI, Crispi cit., pp. 452-458; un efficace quadro sintetico anche in G. CANDELORO, op. cit., pp. 453-454.
3) A Milano, fin dalla prima tornata, si erano affermati personaggi di spicco dello schieramento anti-crispino, quali il moderato Colombo, il radicale Mussi e il socialista Barbato. Tra primo e secondo turno (2 giugno) in Lombardia i candidati governativi eletti rappresentavano una netta minoranza (24, contro i 22 dell'opposizione costituzionale di Destra e di Sinistra, 13 fra radicali e repubblicani e 4 socialisti).
W) La correlazione tra i risultati elettorali e la decisione di appoggiare l'approvazione della legge è confermata dalle stesse parole pronunciate da Crispi nel corso del suo primo intervento alla Camera: È deplorevole il dissidio che si è manifestato, tanto da un lato come dall'altro della Camera. Credevo, che una volta portata la legge alla Camera, sarebbe slata votata in silenzio. Prima del 1870 volevamo Roma, non solo perché essa era la vera capitale d'Italia, ma perché era il centro d'onde partiva la reazione d'Europa! Si sbagliano i miei avversari, quando hanno il coraggio di asserire che l'indirizzo politico del Governo favorisce i clericali! Noi abbiamo avuto i clericali nemici nelle recenti elezioni generali. In F. CRISPI, DP, voi. Ili, tornata delitti luglio 1895, p. 837. Due mesi dopo, Crispi diede invece prova di grande equilibrio nel non approfittare dell'opportunità di vendicarsi fornitagli proprio da uno dei suoi più acerrimi nemici milanesi, don Davide Albertario, il quale, nell'ambito del congresso dell'Opera tenutasi a Torino dal 9 al 13 settembre, aveva sferrato ripetuti e violenti attacchi alla politica del governo e ai suoi sostenitori (di diverso avviso è il Fonzi, cfr. Crispi ecc. cit., pp. 478-479). Forse il Presidente del Consiglio stava già preparando la sua sortita del XX settembre sul Gianicolo, di cui dirò più avanti.
85) G. MANACORDA, op. cit., p. 142. Va tenuto altresì presente che alla emergente potenza economico-finanziaria dei cattolici italiani, la cui organizzazione era abilmente e instancabilmente promossa da Toniolo (che, come è noto e come vedremo, tanto ideologicamente quanto concettualmente si situava all'opposto di Crispi), guardavano con crescente