Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; MOVIMENTO CATTOLICO ITALIA 1887-1895
anno <1986>   pagina <39>
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Crispi e i cattolici
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a difendere l'ordine sociale esistente (con Dio, col Re e per la Patria), in quanto egli riteneva che quello fosse, o comunque dovesse essere l'inte­resse comune; il tutto poi doveva avvenire in un quadro di sostanziale immutabilità politico-istituzionale, sia pure edulcorato da possibili concessioni concrete da stabilire di volta in volta mediante accordi specifici.
Insomma, a Crispi (a onor del vero, non solo a lui) sfuggiva comple­tamente che la Chiesa, pur condannando e avversando il socialismo, non intendeva certo impegnarsi in una lotta a fondo a vantaggio più o meno esclusivo di quelle forze sociali (la borghesia) che con la loro rivoluzione l'avevano sconfitta; bensì l'obiettivo finale (ossia la tesi, secondo la famosa distinzione di mons. Dupanloup prontamente adottata dalla Chiesa stessa) era la riconquista di una società integralmente cattolica: al di fuori di questa rimaneva solo il male minore, che si poteva accettare, ma in ipotesi, cioè in via provvisoria e purché alla Chiesa ne venissero vantaggi certi e sostan­ziali.89* Crispi, invece, si muoveva ancora nella vecchia logica che aveva caratterizzato i rapporti tra Stato e Chiesa in Italia durante e dopo il Risorgimento; una logica che la Rerum Novarum, pur con tutti i suoi limiti aveva superato,90) tagliando irrimediabilmente fuori quanti (transigenti e intransigenti) vi erano rimasti ancorati, liberando al contempo quelle forze
89) Non mi soffermo ulteriormente su un argomento che ho più diffusamente affrontato in altre sedi e sul quale esiste un dibattito storiografico amplissimo e molto ben conosciuto: pertanto, oltre agli autori già citati, mi limito a rinviare a G. MICCOLI, Chiesa e società in Italia dal Concilio Vaticano I (1870) al pontificato di Giovanni XXIII, in Storia d'Italia, voi. V, I documenti 2, Torino, 1973, in particolare pp. 1497-1510 e alla bella ed equilibrata voce Leone XIII curata da R. AUBERT in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, 1860-1980, diretto da F. TRANIELLO - G. CAMPANINI, voi. II, / protagonisti, Torino, 1981. pp. 299-305.
Voglio però aggiungere una considerazione. Crispi si sarebbe senza dubbio rispar­miato tante delusioni se in quel febbraio 1894, prima di dare l'avvio al nuovo corso, avesse letto più attentamente -(se mai lo fece) il Programma dei cattolici di fronte al socialismo di Giuseppe Toniolo. Il documento avrebbe dovuto attirare la sua maggiore attenzione, non solo per il titolo già di per sé così indicativo, ma anche perché fu approvato e fatto proprio dall'XI congresso dell'Opera dei congressi, tenutosi a Roma nel medesimo febbraio. Vi si diceva, tra l'altro: Bisogna tener alto e fulgido innanzi a noi lo scopo supremo e finale cui miriamo, che è quello della ricostruzione del formoso e stabile edilìzio dell'ordine sociale cristiano e cattolico e di esso soltanto, coi suoi eterni princìpi informativi, coi suoi sublimi ideali, colle sue basi indistruttibili, coi suoi meravigliosi svolgimenti storici. Noi non domandiamo di puntellare qualche brandello di questo assetto sociale che vacilla e crolla da ogni parte e che si allivella in un disgregamento atomistico sotto l'inonorata servitù della plutocrazia. [...] Noi aspiriamo a ricomporre quell'ordine sociale che sola la Chiesa può darci, e perciò chiediamo che alla Chiesa sia restituita quella libertà esteriore sociale per cui essa ritorni al governo della società e dell'incivilimento (i corsivi sono tutti nel testo originale, che è ora integralmente riportato in G. TOMOLO, Democrazia cristiana. Concetti e indirizzi, in Opera Omnia di G. Toniolo, voi. I, Città del Vaticano, 1949, pp. 5-14). Crispi preferì invece lasciarsi influenzare dalle idee favorevoli a una possi­bilità di conciliazione che gli venivano dalle indicazioni suggerite dal suo informatore vaticano Giovanni Berthelet: in proposito cfr. F. FONZI, Tentativi cit., pp. 146-148.
50) Sulla questione, cfr. C. BREZZI, La Rerum Novarum e il movimento cattolico, in AA.W., Storia della società italiana, voi. 19, La crisi di fine secolo (1880-1900), Milano, 1980, pp. 235-278.