Rassegna storica del Risorgimento

CONDORELLI MARIO
anno <1986>   pagina <43>
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AMICI SCOMPARSI
MARIO CONDORELLI
Un viso intelligente e buono, uno sguardo limpido, sempre pronto alla battuta arguta e mai volgare, capace di smorzare le tensioni e di indurre al sorriso: non è facile parlare di Mario Condorelb' come chi non è più di questo mondo, tanta era la vita e l'entusiasmo che sprizzava da ogni suo gesto, da ogni sua parola. Era un uomo di pace, ma non per questo incline al compromesso; anzi, la sua attività di docente e di studioso fu sempre improntata a una norma di cristallina onestà, di una serietà che poteva apparire persino rigorosa. Figlio di Orazio, indimenticabile maestro di tante generazioni di studenti dell'Ateneo di Catania, Mario Condorelli aveva ere­ditato dal padre la passione civile che lo rendeva interprete attento delle tensioni istituzionali e politiche del passato; acuto giurista, padrone di una sicura metodologia, Mario seppe anche essere storico penetrante e fortunato. Le sue ricerche sulla storia del pensiero giuridico, sulla storia delle istitu­zioni religiose e sui rapporti tra Stato e Chiesa negli ultimi tre secoli, resteranno un contributo fondamentale in questo complesso capitolo della nostra storia.
Mario Condorelli, difatti, era solito alternare (ed era egli stesso a farlo notare, con una punta di compiacimento) ricerche di natura dommatica con altre più propriamente storiche. Giovane laureato e allievo di Carlo Arturo Jemolo, al cui magistero si era accostato nel suo soggiorno romano subito dopo avere concluso gli studi giuridici nell'Università di Catania, Mario aveva inaugurato la sua attività scientifica con un importante lavoro sul pensiero degli scrittori giansenisti siciliani nel secolo diciottesimo (Note su Chiesa e Stato nel pensiero degli scrittori giansenisti siciliani nel secolo XVIII, 1957), un tema questo che si sarebbe rivelato particolarmente indicativo dei suoi interessi di instancabide ricercatore. Condorelli difatti diede fondo a questa direzione di ricerca, pubblicando successivamente importanti contri­buti tra i quali è doveroso ricordare almeno Stato e Chiesa nella rivoluzione siciliana del 1848 (1965), Stefano Di Chiara e il giurisdizionalismo siciliano (1971), Momenti del riformismo ecclesiastico nella Sicilia borbonica (1971), Giovan Battista Caruso e la cultura del suo tempo (1974), sino al volume che in un certo senso conclude questa fortunata stagione di ricerche e di studi, La cultura giuridica in Sicilia, dall'Illuminismo all'Unità (1982). In venticinque anni di ricerche, dal 1957 al 1982, Mario Condorelli ha messo a nudo, con ineguagliata perizia, alcuni aspetti della cultura giuridica e poli­tica, specialmente siciliana, con particolare riguardo per i progetti di riforma religiosa e civile, ed in generale per i problemi concernenti i rapporti tra il potere temporale e lo spirituale, in un momento assai significativo qual'era quello rappresentato dalla crisi del pensiero e del sistema istituzionale e giuridico su cui poggiava la tradizione giurisdizionalistica siciliana. Il pro­blema della proprietà ecclesiastica, della politica borbonica contro la mano-