Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1986>   pagina <50>
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Libri e periodici
tentativo di riflessione critica sul patrimonio culturale che è stato alle spalle della politica degli Asburgo nel campo delle istituzioni. Certo sarebbe stato forse opportuno evidenziare anche i nessi tra i dibattito teorico e le riforme concretamente attuate; in ogni caso meritorio è l'invito che qui ci vien fatto di riconsiderare in chiave storicistica lo sforzo teorico dei giuristi austriaci. Ai di fuori di tale prospettiva appare infatti piuttosto discutibile ogni confronto con la scienza del diritto teorizzata, in quegli anni, negli altri paesi europei, meno contraddittoria ed incerta ma con ben altre condizioni politiche di partenza.
GILDA MANGANARO FAVARETTO
RENATA DE LORENZO, Proprietà fondiaria e fìsco nel Mezzogiorno: la riforma della tassazione nel decennio francese 1806-1815 (Centro studi per Cilento e il Vallo di Diano, Collana Economia e Storia fondata da Ruggero Moscati); Salerno, 1984, in 8, pp. 715. L. 50.000.
L'introduzione della fondiaria nel regno di Napoli, l'8 novembre 1806, segnò una delle più considerevoli innovazioni del periodo francese, cosi per il suo significato di ritorno alla filosofia della legge 17 marzo 1791 della Costituente, auspicata senza successo dal Filangieri per il Mezzogiorno, e contro la quale, in modo più o meno diretto, il Palmieri aveva condotto una strenua battaglia d'intransigenza privatistica (il fondo autenticamente capitalistico di tale battaglia è, com'è noto, controverso) come per il suo inserimento in una prospettiva di governo che mirava ad enfatizzare le risorse periferiche del regno mediante la valorizzazione della classe dirigente locale in quanto proprietaria, quella forma assai particolare di decentramento sulla quale ha insistito il Villani, che è sullo sfondo del 1820, e che comunque ha poco da spartire con l'assai più risentito e polemico modello italico a cui si rifaceva il Galanti.
La fondiaria vuol dire dunque proprietà e catasto, e perciò ripartizione fra i comuni in un incontro-scontro dell'amministrazione centrale con i consigli provinciali e distrettuali venuti in vita nel 1808 la cui dettagliata ricostruzione costituisce gran parte della fatica dell'A. e senza dubbio non solo la più originale ma la più obiettivamente interessante, come quella che consente di seguire la verifica delicatissima di un rapporto di potere che era stato instaurato dall'alto e che ora per la prima volta veniva a misurarsi in modo massiccio con la composita e variegata realtà provinciale.
Ripartizione, quindi, come punto medio tra centralizzazione amministrativa e rappre­sentanza locale, tra l'esperienza tecnica, ormai solidamente acquisita da una ventina d'anni, di Roederer e dei suoi principali collaboratori francesi, in primo luogo l'ispettore generale Hélié, ed i notabili provinciali promossi d'autorità al potere, cosi nel loro risvolto di consiglieri, e perciò più propriamente in rappresentanza di ceti e d'interessi locali, come in quello più specializzato d'ispettori e direttori, alla Biase Zurlo, per fare il nome a buon diritto più conosciuto.
L'A. segue con grande minuzia l'operato di questa macchina posta in azione in un campo tanto scottante, evitando ogni incursione e suggestione estranea, come quella, tanto per fare un esempio, che avrebbe potuto essere suggerita dalla presenza di un Pasquale Galluppi quale controllore del distretto di Gerace, a non parlare del vero e proprio notabilato locale, la cui permanenza nelle direzioni e nelle ricevitorie è preliminare, e con tutta probabilità pregiudiziale, ad una scalata sociale e politica che si sarebbe protratta per tutto l'Ottocento, sia con agganci alla nobiltà tradizionale basti pensare a nomi come De Nobili, Pocrio, Gcnocsc, Giannuzzi Savclli in Calabria sia a titolo di promo­zione politica della grande borghesia proprietaria ed affaristica, Melodia ad Altamura, Elefante a Barletta, Quarto a Manfredonia, Magliano a Larino, Orsini a Sulmona, Masse! a Teramo, D'Alena nel Molise, Ungaro in Terra di Bari, e cosi via.
Tutti questi personaggi, ed in genere il personale delle ricevitorie, la cui assunzione
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