Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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Libri e periodici
rarsi della loro filosofia conservatrice ed egemonica ad un tempo la fondiaria arrecò un contributo decisivo, e l'A. non manca di illustrarlo nelle eccellenti considerazioni conclusive che, al di là della contingenza meramente tributaria, colgono bene il profondo significato politico a lungo termine dell'intera vicenda.
RAFFAELE COLAPIETRA
ELIO APIH, Catalogo analitico della stampa periodica istriana (1807-1870) (Centro di ricerche storiche, Rovigno. Cataloghi di fonti per la storia dell'Istria e di Fiume, voi. 1); Trieste, Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume. Università popolare di Trieste, 1983, in 8, pp. 317. Edizione fuori commercio.
I lavori di bibliografia, generale o specializzata, richiedono di solito tempo e fatica, danno poca gloria al curatore, ma sono di estrema utilità per ricerche future. Pensiamo fra quelli dedicati alla stampa periodica all'ormai classico lavoro della Majolo Molinari per quella romana dell'Ottocento; in questo caso l'importanza storica e politica della città già basterebbe a qualificare l'impresa. Ma questo primo volume del Catalogo analitico della stampa periodica istriana presenta situazioni diverse. Primo è dedicato ad un'area italiana di confine, l'Istria, a carattere sostanzialmente provinciale, secondo è promossa, non già dalle varie associazioni di profughi giuliano-dalmati tuttora attivamente operanti per ribadire l'italianità dell'altra sponda adriatica, ma dal Centro di Ricerche storiche di Rovigno coll'apporto di un organismo italiano, l'Università popolare di Trieste, ed uno jugoslavo, l'Unione degli Italiani dell'Istria e dì Fiume. Come dice nella premessa Elio Apih, è stata presa in esame territoriale l'Istria geografica, escludendo quindi Trieste e Fiume; ciò ha portato a restringere la ricerca ad un minor numero di periodici; perché se sei testate in un periodo di 63 anni sono un po' poche bisogna senz'altro pensare che molti italofoni leggessero fogli triestini, ed altri slavofoni quelli di Lubiana e Zagabria.
Questo primo volume raccoglie e scheda periodici tutti italiani; è infatti solo col 1870 che esce il Naia Sloga, primo foglio in croato. Vediamo cosi lo spoglio dei vari numeri delle riviste, diligentemente cercate da Carla Colli; dal filofrancese e ufficioso Foglio periodico istriano del 1807-1810, alle riviste di antichità locali dell'archeologo Pietro Kandler, Atti Istriani (1843-1846) e l'Istria (1846-1852), fino a quelli più marcati politicamente e postquarantotteschi, per concludere con La Provincia dell'Istria, che, nata nel 1867, cessa le pubblicazioni nel 1894, ben oltre, quindi, il limite fissato pel primo volume. Dalle esaurienti schede, stilate affinché si possa con la necessaria pazienza, ricostruire un giorno, o un momento, per lo meno entro i limiti in cui gli avvenimenti sono stati da essa visti e conservati (p. 7), balza il costante leit-motiv, soprattutto dal 1850 in poi, e dopo la riforma costituzionale del 1867, della difesa ad oltranza dell'italianità dell'Istria: i redattori, esponenti della piccola borghesia delle cittadine costiere non ammettono dignità di lingua colta ai dialetti slavi dei contadini dell'interno, odiano i panslavisti croati, promuovono associazioni per difendere la lingua, vedono con timore i progressi degli altri alle elezioni: culturalmente sono assai lontani dalla vivacità Intellettuale della Trieste di Svevo (che recensiscono negativamente, perché poco italiano ) e Joyce, guardando soprattutto al glorioso passato. Oltre questo costante tema ricorrono le preoccupazioni economiche; la penetrazione ferroviaria nella penisola e le discussioni sui tracciati; l'epidemia di fillossera, il maltempo, le proposte per bonifiche ed il miglioramento agrario. Un lavoro esemplare, questo di Apih e Colli, che ci auguriamo di vcdor sviluppato col secondo volume, colla schedatura dei fogli slavi e tedeschi per poter sentire così anche l'altra campana e costituire un quadro unitario della vita in Istria a cavallo dei due secoli.
FLORIANO BOCCINI