Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1986>   pagina <53>
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Libri e periodici
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MARCO MERIGGI, Amministrazione e classi sociali nel Lombardo-Veneto (1814-1848); Bologna, Il Mulino, 1983, in 8, pp. 361. L. 30.000.
In una posizione di giusto equilibrio fra la leggenda nera e quella rosa, germinate quasi spontaneamente, una dopo l'altra, dal bisogno di formulare un giudizio sull'ammini­strazione asburgica nel Lombardo-Veneto, si colloca questo volume di Marco Meriggi che, partendo dai primi anni della Restaurazione, giunge sino alla vigilia del moto quarantottesco. Il Meriggi aveva già pubblicato alcuni studi sull'argomento. Nel 1980 era uscito, in Società e storia, Funzionari e carriere nella Lombardia della Restaurazione (1816-1848) , ripubblicato l'anno seguente nel volume miscellaneo, curato da Nicola Raponi, Dagli Stati preunitari d'antico regime all'unificazione , nelle edizioni de II Mulino; nel 1981 Potere e istituzioni nel Lombardo-Veneto prequarantottesco nel volume miscellaneo, La dinamica statale austriaca nel XVIII e XIX secolo , curato da Pierangelo Schiera, sempre nelle edizioni de 11 Mulino; nello stesso anno, in Studi storici, appariva Liberalismo o libertà dei ceti? Costituzionalismo lombardo agli albori della Restaurazione.
In quescto volume il Meriggi, basandosi su un'ampia documentazione, allarga il precedente discorso su un orizzonte più vasto, fornendo un quadro dell'amministrazione asburgica in Italia che, se non può dirsi ancora completo, è certamente condotto in profon­dità e soprattutto con uno spirito alieno da posizioni precostituite. Dopo il volume del San dona, che risale al 1912, in cui è evidente l'assunto antiasburgico di origine risorgi­mentale, non si erano avuti che studi particolari, su questioni marginali oppure su periodi ristretti, come quello del Rath, o su singoli settori dell'amministrazione. D'altra parte, quasi per reazione alle interpretazioni di tipo risorgimentale, si era fatta strada recentemente la tendenza a rivalutare, spesso in modo acritico, ramministrazionc asburgica nel Lombardo-Veneto. Giustamente Marino Berengo, in un articolo apparso nel 1971 nella Rivista storica italiana, non aveva mancato di segnalare l'opportunità e la necessità di accostarsi al tema con un atteggiamento equilibrato, egualmente distante dalle facili denigrazioni e dalle altrettanto facili esaltazioni.
Mi pare che il Meriggi si sia mosso proprio in questa direzione. Egli analizza gli strumenti del potere, i modi in cui esso fu esercitato, le connessioni e gli intrecci esistenti nella società del tempo e il processo che portò alla formazione di una nuova classe diri­gente, mettendo in relazione l'apparato amministrativo lombardo-veneto non solo con il centro dell'Impero, ma anche con le realtà locali, cioè con quel complesso di elementi (uomini, uffici, tradizioni,- esigenze) su cui i modelli operativi predisposti a Vienna erano chiamati ad agire.
Se si tien conto del fatto che il Lombardo-Veneto costituiva non solo una delle zone più ricche della Monarchia, ma anche un territorio in cui più profonde erano state le trasformazioni operate dai Francesi, si può capire quanto delicato fosse il compito di organizzare le strutture destinate a reggere il nuovo Stato. Va inoltre ricordato che il modello di costituzione per ceti, su cui si fondava l'Impero, avrebbe potuto difficilmente essere applicato all'Italia, dove esisteva un patriziato che si poneva automaticamente come classe dirigente e non come coacervo di ceti chiamati a incontrarsi ' o a scontrarsi col potere centrale, ciascuno secondo le esigenze del proprio ordine.
Il volume del Meriggi è il risultato di approfondite ricerche, basate in particolare sai Vertraullcher Akten, sui Kaiser Franz Akter e sulle serie Provinzen (Lombardo-Veneto) dello Haus-Hof und Staatsarchiv di Vienna. Nell'Archivio di Stato di Milano l'autore ha utilizzato principalmente i fondi degli Uffici e dei Tribunali regi (parte moderna): in misura minore le serie Presidenza di governo e Cancellerie austriache. Il grande assente è l'Archivio di Stato di Venezia, dove pur esiste una vasta e importante documentazione sul periodo. Il libro prende le mosse dalla istituzione della Central-Organisierungs Hof Commission, cui venne affidato il compito di predisporre gli strumenti e studiare i modi più adatti per inserire i nuovi territori nella compagine imperiale. Segue l'esame della funzione esercitata dalla nobiltà all'interno del regno, la sua ascesa e la sua caduta, l'analisi del rapporto fra classi sociali e potere, dell'affermarsi della borghesia in seno agli apparati burocratici e Io studio vero e proprio dell'organizzazione della macchina amministrativa, anche nei