Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1986>   pagina <59>
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Libri e periodici 59
t Greci ad occupare le terre ancora irredente e si arrestò solo quando comprese che era lo stesso governo di Atene a preferire la strada del compromesso diplomatico.
Naturalmente i problemi, spesso complementari l'uno all'altro, non si fermano a quelli elencati: dall'origine latina o meno dei Romeni, su cui intervenne con uno scritto in romeno, alla concorrenza più che convivenza tra due culture e lingue letterarie in Grecia, dalla diffusione della educazione italiana in Oriente (per cui progettò istituti a Costantinopoli e ad Atene) all'insediamento, mai realizzato, di una folta colonia italica a Corinto con relativo taglio dell'istmo, dalla complessità dei rapporti tra Vienna e la nazionalità magiara alla temuta subordinazione degli slavi meridionali alla Russia, dalla rifondazione di una cultura nazionale in Bulgaria agli aspri contrasti tra le Chiese orto­dosse. E l'elenco potrebbe continuare a lungo.
Canini è un personaggio interessante anche al di fuori del contesto internazionale, che costituisce l'ordito saliente dell'opera di Guida. Egli ha un posto, sia pure non tra Ì maggiori, nel nostro Risorgimento. Giovanissimo, esule in Toscana, pubblica nel 1847 un volume in versi su Pio IX. Autore della popolarissima canzonetta Addio, mia bella, addio, nel 1848 prende parte alla difesa di Venezia, ma viene espulso per dissensi con Manin e perché sospetto di socialismo. Presente a Roma nel 1849, parte per la penisola balcanica e per l'Asia minore, trattenendovisi oltre dieci anni. Lontano dalla patria, non si astiene dal propagandarne le istanze ed i sogni e ottiene un arresto ed un allontana­mento nel 1859 dai Principati romeni imiti.
Tornato in Italia, è chiamato a delicati incarichi e si pone tra i più violenti oppositori della Convenzione di settembre. Volontario nel 1866, si reca in Francia e, rientrato in Italia, contribuisce alla vittoria elettorale della Sinistra, ma ne contesta, conquistato nel 1876 il potere, la linea politica e interna ed estera.
L'ultimo suo impegno è contro la Triplice Alleanza prima di rinchiudersi nella sua Venezia e nella Scuola superiore di commercio, che, ormai anziano, gli consente di raggiungere quell'insegnamento superiore per decenni inseguito.
Meriterebbe uno spazio a parte il Canini letterato: se ricco ma di qualità alta­lenante è il corpus poetico, di nessun valore scientifico sono i saggi etimologici, piacevoli e vivaci si mostrano le memorie, spunto per più di un romanzo.
Abbiamo già messo in risalto i passi storiograficamente più incisivi del lavoro, che, nel suo insieme e nell'impianto generale, è opportuno nei toni e nonostante l'imposta­zione biografica, spesso fuorviate calibrato nelle affermazioni centrali e nelle conclu­sioni, fondate su una vasta documentazione archivistica inedita e su una ancora più dettagliata letteratura storica italiana e straniera (greca, romena, jugoslava).
VINCENZO G. PACIFICI
Ivo BIAGIANTI, Sviluppo industriale e lotte sociali nel Valdarno superiore 1860-1922 (Unione Regionale delle Province Toscane, Biblioteca di Storia Toscana Moderna e Contem­poranea, Studi e Documenti. 31); Firenze, Olschki, 1984, in 8, pp. 444 con 8 ili. f.t. S.p.
Il classico arco cronologico considerato in questo volume ha una sua ragion d'essere strutturale che va molto al di là dell'ambito convenzionale a cui si potrebbe pensare in un primo momento.
Anzitutto, infatti, lo sfruttamento della lignite e la lavorazione del ferro nella zona di S. Giovanni prendono le mosse proprio all'indomani di Firenze capitale, protagonisti quegli agrari e banchieri fiorentini, emblematicamente Peruzzi e Fenzi, che già avevano cavalcato la tigre della speculazione finanziaria connessa con l'esercizio del potere politico nel precedente decennio, ma si slargano a fine secolo con un ruolo distinto e di spicco nel processo industrialistico promosso e controllato dalle banche, dalla Terni al Credito