Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1986
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pagina
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61
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Libri e periodici 61
nazionale, l'intervento nel dibattito su Napoli ai primi del Novecento, la resistenza al capitale straniero nel campo delle comunicazioni locali, e così via.
In ogni caso, S. Giovanni Valdarno è già nel 1913 al centro della malavita giolittiana e direttamente all'attenzione di Salvemini, una situazione patologica sotto il profilo politico che, lo ripetiamo, avrebbe dovuto coinvolgere nel suo esame anche la struttura ed il comportamento dei cattolici, a partire dalla deputazione tutt'altro che trascurabile di Giambattista Martini ed attraverso spinte murriane ed arroccamenti sanfedisti che s'incrociano con istruttiva irrequietezza.
Il neutralismo di massa del 1915 non avendo condotto neanche in questo caso a risultati politici apprezzabili, la violenza fascista s'innesca sul retroterra agrario di Montevarchi e sul clientelismo del Luzzatto per una vittoria rapida e drastica, nel cui fondo vanno tenuti comunque presenti elementi cospicui, dal liberalismo di Sarrocchi, non a caso ministro di Mussolini in una congiuntura determinata, al combattentismo di Giovanni Marchi, un panorama più mosso e più vario, insomma, di quanto non appaia nella ricerca dell'A., che tuttavia dell'auspicabile approfondimento costituisce premessa pregevolissima ed ottimamente documentata.
RAFFAELE COLAPIETRA
Epistolario di Quintino Sella, a cura di GUIDO e MARISA QUAZZA. Voi. II: 1866-1869 (Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Biblioteca scientifica: Fonti, voi. LXXIV); Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1984, in 8, pp. vni-679. L.
Dal potere al potere potrebbe essere il sottotitolo di questo II volume dell'isprsto-lario di Sella, affidato, come già il primo, alla perizia filologica di Guido e di Marisa Quazza. Gli anni sono quelli che vanno dal 1866 al 1869: dopo che, in conclusione del primo volume, abbiamo assistito al malinconico addio di Sella al Governo malinconico non per se stesso ma per i presagi sulle pessime condizioni finanziarie del paese sul finire di questo secondo volume, e cioè a quattro anni esatti da quel primo congedo, vediamo Sella entrare in una nuova compagine ministeriale destinata senz'altro a migliori fortune e a più duraturi tributi di riconoscenza nazionale.
Le circa ottocento lettere che ci vengono qui presentate, per la maggior parte diciamo intorno al 70 inedite, risentono in qualche maniera dì questo loro collocarsi in un periodo di transizione, pur se sarebbe errato parlare di un ritiro completo di Sella dalle scene, dal momento che questa parentesi, vissuta alle volte con un senso di noia ma mai con rassegnazione, ospita un'esperienza ufficiale importante quale quella del Regio Commissariato ad Udine e altri incarichi, minori senz'altro ma che, come quelli che vedono Sella far parte di commissioni d'inchiesta sul ferro o sulle miniere sarde, evidentemente vanno tenuti nella debita considerazione poiché costituiscono le prime tappe di quel lungo viaggio nei segreti della vita economica italiana che farà di lui, come a ragione è stato scritto, il più compiuto e coerente portatore di una strategia industrìalista entro la classe dirigente politico-intellettuale di quegli anni.1) A costruire la quale strategia contribuì-scono d'altra parte, anche le battaglie per la politica finanziaria del Governo e le puntigliose ricerche per la messa a punto del contatore per l'esazione della tassa sul macinato, il mesto istrumento , come ebbe a definirlo il vaporoso Cavallotti, che tante energie di Sella assorbì in questa stagione della sua vita nella quale, è risaputo, il problema di maggior peso e rilievo gli apparve quello del contenimento della spesa pubblica e del raggiungimento del pareggio del bilancio. Numerose lettere al Perazzi, con il quale i contatti
) GrusEPPE ARE, Alle origini dell'Italia industriale, Napoli, Guida, 1974, p. 252.