Rassegna storica del Risorgimento

CIRILLO; EUROPA ORIENTALE IDEA NAZIONALE SEC. XIX; METODIO
anno <1986>   pagina <142>
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Gaetano Cobianchi
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blicate dal Nagari e dai rapporti dei ministri napoletani a Londra e a Parigi, il Cobianchi è il fedele ausiliare del Pepe e del suo valoroso luogotenente, capo di stato maggiore colonnello Vincenzo Pisa (caduto in Grecia nel 1827) per un'intricatissima vicenda di fantasie e cospirazioni e doppi giochi e ten­tativi di spedizione militare dal Portogallo in direzione del Regno di Napoli e della penisola balcanica. Alla base di questo lavorio vi sono parecchi inte­ressi: quelli sudamericani, rappresentati a Londra da Francisco Antonio Zea, ministro, pronto a finanziare il tentativo, della Columbia, (della ancora non sciolta repubblica centroamericana che vorrebbe ottenere dalle Cortes ancora in piedi a Madrid il consenso all'indipendenza del suo paese), dall'ambascia­tore costituzionale spagnolo De Onis e dal generale Wilson, che in Portogallo non vedrebbe male la preparazione della spedizione per il regno di Napoli. Quanto al Cobianchi, oltre al lavorio delle complicità settarie francesi, egli poteva contare sull'appoggio risoluto di alcune dame inglesi e russe, in grado di metterlo in qualche modo al riparo dalle stesse ricerche della polizia francese, che alla vigilia della spedizione antiliberale dei centomila figli di San Luigi , esitava a colpirle, suscitando ulteriori rivalità internazionali. Di fatto, se la progettata spedizione dall'Inghilterra e dal Portogallo com­portava uno sbarco in Puglia, essa avrebbe anche dovuto contare, a questo fine, sull'appoggio greco, cioè sul concorso di alcune migliaia di epiroti da sbarcare a Otranto. Tutto cioè si svolgeva come se, alla vigilia della nuova spedizione (che alla monarchia francese della Restaurazione, esasperata dal terrore per l'assassinio del duca di Berry e per i risultati elettorali di Parigi, rivendicava l'iniziativa in Ispagna per far valere, nel confronto delle potenze del nord e dell'Inghilterra, la propria autonomia internazionale, e insieme per conquistare, nei riguardi del proprio esercito, quel prestigio che altri­menti lo avrebbe legato pur sempre a Napoleone), alla vigilia, diciamo, di quella spedizione, congiunti timori inglesi per il nuovo patto di famiglia e russi per il possibile scadimento di prestigio dopo la sconfitta decisiva inflitta a Napoleone, contrariassero a livello pratico ciò a cui il Castlereagh aveva consentito in congresso.
Che parte avessero in tutte queste iniziative spionistiche, mosse ardite non solo del partito Whigh, forte anche se bandito dal potere ma dei primi canningiti, e che cosa le combinazioni finanziarie, la preoccupazione inglese di salvaguardare per lo meno il Portogallo dall'unità franco-iberica e super­stiti illusioni di Alessandro di patrocinare la grande idea della restaurazione greca a Costantinopoli; che parte ci avessero le belle o comunque presti­giose signore inglesi Lady Huchinson, di rue de Clichy 20 e Lady Webster, di rue Richepanse 10, che erano il recapito di Cobianchi nella sua veste di conte di Clermont , di Chiaromonte , e poi, nel settembre 1822, la russa contessa Brusse (Brace) prima in Svizzera a Genthoux, poi a Parigi, in rue basse du Rampart, non lo sappiamo. Sappiamo bensì che il Cobianchi riuscì a portare qualche scompiglio nel cordone sanitario che le truppe francesi avevano stabilito verso la Spagna prima dell'invasione, senza scot­tarsi le dita, che favorì, senza che la polizia francese potesse metter le mani su di loro, lo sbarco in Francia, sMto falso nome, del Pepe e del Pisa; ohe certe sue confidenze furono raccolte da una spia del governo napoletano, un dottor Ravegnani profugo genovese, così che del progetto di sbarco in Puglia (la spedizione dell'olio), sapevano benissimo il Ludolf e il principe