Rassegna storica del Risorgimento

CIRILLO; EUROPA ORIENTALE IDEA NAZIONALE SEC. XIX; METODIO
anno <1986>   pagina <147>
immagine non disponibile

138
Aldo Garoscì
Esempi di queste indicazioni pratiche; se ha seguito fin da principio con interesse, e diremo con trepidazione, la spedizione verso il nord del suo generale Pepe, con trenta, o piuttosto dicioltomìla uomini per battersi. alla destra dell'esercito piemontese (e Guglielmo non ha accettato il consiglio, dì non partire, del fratello Florestano, il quale sapeva che, lui lontano, sarebbe venuto a mancare un importante supporto dell'ordine costituzionale); egli, che non si fa illusioni sulla reale forza militare di quel corpo (anche prima del 16 maggio a Napoli, del richiamo e delle diserzioni di Ferrara) insiste per un immediato loro collegamento con il corpo principale dell'esercito regio. Si rende conio perfettamente del carattere sociale e insieme di ten­denza alla guerra europea che è nella rivoluzione: le peuple souverain n'abdiquera son pouvoir qu'après avoir fait beaucoup de sang et lorsque les questions du travail et du pauperismo auront été d'une manière ou de l'autre résolues . Le elezioni conservatrici hanno certo portato al potere uomini nuovi, ma non cessa il pericolo di esser travolti. Il Bastide, il nuovo ministro degli esteri, è un buon cattolico ma anche un fermo e quasi fanatico repubblicano. Il Lamartine ha perduto lo smalto iniziale: un homme de coeur et d'un genie littéraire, mais il n'est en politique qu'un La Fayette poétisé .
La sostituzione del Saint Bois al Bixio come ministro in Piemonte segna un evidente calo di simpatie, rispetto al Bixio che egli sostituisce; ma almeno è un portavoce autentico del ministro, cortese e giudizioso e quindi si potrà trattare. Nello sfondo, con la nuova maggioranza monarchica alla Camera appare già Napoleone: Je ne saurais vous dire, Monsieur le comte, si la mesure d'urgence con tre Louis Bonaparte sera autorisée ou non, mais de toute manière ce Prince sera dans quelque temps d'ici, ou à la tète d'une grande partie de la Nation ou bien renfermé dans une forteresse .
E poi sono le giornate di giugno, a cui assiste con orrore e assieme con paura. Evidentemente, il suo interesse è col Cavaignac, ma il suo cuore con gl'insorti, o almeno con la loro umana disperazione; dal repubblicanesimo duro del Cavaignac il governo di Carlo Alberto non ha simpatia da aspettarsi, ma diffidente politica di potenza. In apparenza, c'è da sperare o temere un in­tervento, piuttosto a favore dei Lombardi e dei Veneti che del Piemonte (e frattanto, bisogna dirlo, il Cobianchi ha aiutato con molta lealtà il Tommaseo nella compera di navi e armi); ma alla fin fine il più probabile è che ci sarà un lungo rinvio. Toccherà all'Italia far vedere di quali forze dispone . Ma quel che più colpisce, nel Cobianchi come nel suo corrispondente, è un senti­mento contradditorio ma nobile: fp vittoria dei repubblicani estremi sarebbe la rovina definitiva dell'ordine sociale; ma, per l'Italia, sarebbe anche la libertà e l'unità.
Raccomandato dal Giovanetti al Delaunay dopo la pace, il Cobianchi otterrà finalmente, malgrado l'ostilità del Gioberti prima, del personale del­l'ambasciata poi, la nomina (sempre per via di quella fama di avventuriero) a addetto della Legazione sarda a Parigi, carica che terrà fino al 1850. Aveva guadagnato interamente la fiducia del suo capo Pralormo, con la sicurezza e la vastità delle sue conoscenze degli ambienti francesi e delle reazioni degli uomini, ma nel 1850 la cattiva salute (si lamentava, fin dall'inizio delle sue corrispondenze dì tremendi mal di capo) lo obbligherà alle dimissioni. In queste condizioni di relativo isolamento e solitudine visse ancora, secondo