Rassegna storica del Risorgimento

CIRILLO; EUROPA ORIENTALE IDEA NAZIONALE SEC. XIX; METODIO
anno <1986>   pagina <156>
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Antigaribaldinismo in Francia
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redempteur terrestre 30> ed Illustre apótre des déshérités ,3n Garibaldi raccoglieva i consensi di un gruppo eterogeneo formato da bonapartisti e da antibonapartisti, da repubblicani e da democratici, generalmente fautori del partito unitarista, che lo esaltavano insieme a Cavour e a Vittorio Emanuele o ne subivano la suggestione isolando le sue gesta dalle responsabilità dei politici. Così U Watripon, in un opuscolo comparso in occasione della morte del Primo Ministro piemontese, affermava con tono aulico ohe l'unità e l'indi­pendenza erano il frutto di due miracoli: il coraggio di Garibaldi e la pazienza di Cavour,32) mentre Jolivard nel 1862 scriveva che l'Italia non avrebbe mai potuto esistere come entità politica senza il contributo del re di Sardegna e del nizzardo.33) Al contrario, Virginio Estivai, particolarmente sensibile al cosmo­politismo presente in Garibaldi, si dimostrava assai polemico nei confronti di La Marmora che avrebbe pretestuosamente ostacolato la formazione di una armata di volontari per la campagna del 1866. P
La corrente antigaribaldina apparve assai più articolata e più profonda nelle sue argomentazioni perché, in realtà, ad ogni occasione, Garibaldi fu solo il pretesto per sostenere e difendere, agli occhi degli avversari, le diffe­renti tesi che di volta in volta erano alla radice della polemica. Infatti, nella ostilità nei confronti del nizzardo confluirono alcuni fattori peculiari ai fini della individuazione delle diverse componenti protagoniste della querelle.
In primo luogo, la portata di ogni impresa dell'eroe era aggravata ed accentuata dall'esistenza della questione romana che faceva da cassa di riso­nanza. Considerato ben più pericoloso di Mazzini perché rappresentava la rivoluzione in atto, ostentatamente anticlericale e diretta precipuamente con­tro il potere temporale della Chiesa, Garibaldi allarmò i cattolici integralisti e liberali che fecero blocco proclamando Roma capitale della cristianità.
In secondo luogo, l'impresa dei Mille, l'assedio di Gaeta e la conseguente sconfitta di Francesco II, risvegliarono il risentimento e le speranze dei legitti­misti i quali esaltarono con appassionato fervore se non con fanatismo l'eroica resistenza del giovane re napoletano, isolato baluardo dell'antico ordi­ne, abbandonato al proprio destino dall'inerzia diplomatica di tutte le potenze europee.
Soprattutto, era palese il contrasto tra la soluzione federativa che trovava ampi consensi oltralpe35' e l'operato dei garibaldini ohe acceleravano un pro­
si) ivi. p. 39.
32> A. WATRIPON, La vie et la mori de Cavour, Paris, G. Havard, 1861, p. 10.
33) L. JOLIVARD, Victor Emmanuel et Garibaldi, Paris, Dentu, 1862, p. 29.
34) V. ESTIVAL, Garibaldi e il governo italiano nel 1866. Rivelazioni, Milano, Tip. sociale, 1866 (traduzione da! francese), pp. 19-39.
35) Cfr. P. J. PROUDHON, La Fédération et l'Unite en Italie, Paris, Dentu, 1862, p. 25. A proposito del dibattito sulla alternativa tra confederatone ed unità in Italia cfr.: BOURBON DEL MONTE (Marquis), L'indépendance de l'Italie et le Piémont. Le passe de l'Italie, son present, conditions de son unite, iti Correspondant, 25 novembre 1859; I. DE SAINT-ARMAND, La France et l'Italie, Paris, Dentu, 1859; DE GABRIAC, De l'origine de la guerre d'Italie et des conséquences de la paix de Villa franca, Paris, Bourdillat, 1859; E. RENDU, L'Aufriche dans la Confédératwn itallemte, Paris, Dentu, 1859; J. BBROER DE HIVREY, T radi don francaise d'une confédération de l'Italie 1609-1859, Paris, Imprimerle Imperiale, 1860; M. DQISY, L'Italie, l'Allemagne, le Congrès, Paris, Serapé, 1860; F. DB LASTEYRIE DU SAILLANT, L'Italie centrale. L'annexìon considérée au point de vue italien